Il profilo di età dell’UE cambierà radicalmente nei prossimi decenni, secondo la relazione sull’invecchiamento demografico pubblicata in questi giorni. Nel 2060 la popolazione totale sarà poco più numerosa (517 milioni, contro 502 milioni nel 2010), ma molto più anziana: secondo le proiezioni, il 30% degli europei avrà almeno 65 anni. Da un lato, che più persone vivano più a lungo è una grande conquista, ma dall’altro – si sottolinea nella relazione – ciò pone gravi problemi alle economie e ai sistemi previdenziali dei paesi europei.
L’altra faccia della medaglia è infatti che ci saranno meno persone in età lavorativa: la quota della popolazione tra i 15 e i 64 anni di età scenderà dal 67% al 56%. Questo vuol dire che, all’incirca, invece di 4 persone in età lavorativa per ogni pensionato ce ne sarebbero solo 2.
Ci si aspetta che questi cambiamenti demografici avranno notevoli conseguenze per le finanze pubbliche nell’UE. Sulla base delle politiche attuali, si prevede che la spesa pubblica “direttamente” legata all’età (pensioni, sanità e assistenza a lungo termine) crescerà di 4,1 punti percentuali del PIL tra il 2010 e il 2060, ossia dal 25% al 29% circa del PIL. La sola spesa per le pensioni dovrebbe salire dall’1,3% a quasi il 13% del PIL entro il 2060. La situazione si presenta però molto diversa da un paese all’altro, in gran parte in funzione dei progressi realizzati nella riforma delle pensioni.
In conclusione, la relazione conferma che per affrontare le sfide dell’invecchiamento demografico è necessario agire con determinazione.
La scala e il ritmo dell’invecchiamento della popolazione dipendono dall’andamento della speranza di vita, della fertilità e delle migrazioni. La speranza di vita alla nascita dovrebbe salire da 76,7 anni nel 2010 a 84,6 nel 2060 per gli uomini e da 82,5 a 89,1 anni per le donne. Il tasso di fertilità nell’UE dovrebbe crescere di poco, da 1,59 nascite per donna nel 2010 a 1,71 nel 2060. Il saldo netto cumulativo delle migrazioni nell’UE ammonterà, secondo le proiezioni, a circa 60 milioni fino al 2060.