2,7 milioni con disabilità gravi, 1,3 milioni senza aiuti. L’ISTAT ha presentato nei giorni scorsi un interessante Rapporto sulle condizioni di fragilità e la domanda di assistenza sociale e sanitaria espressa dalle persone con almeno 75 anni, nell’ambito di una collaborazione tra la Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria per la popolazione anziana istituita presso il Ministero della Salute, presieduta da Mons. Vincenzo Paglia, e lo stesso Istituto di Statistica.
Il Rapporto, denominato “Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria. Anno 2019”, nasce dall’esigenza di approfondire l’analisi dei bisogni relativi a questa fascia di età sulla base delle criticità emerse nel corso della recente crisi sanitaria, particolarmente nelle strutture residenziali, e si prefigge l’obiettivo di costruire una solida base conoscitiva per garantire adeguate forme di assistenza e servizi territoriali agli anziani.
I dati Istat, tratti dall’Indagine di salute europea EHIS 2019, delineano una situazione preoccupante della domanda di assistenza che, nella classe di età 75 e più, assume una rilevanza preponderante a causa della compromissione di capacità funzionali, della mancanza di supporto sociale, del bisogno di sostegno, delle sfavorevoli condizioni abitative, delle difficili condizioni economiche.
Su una popolazione di riferimento composta da circa 6,9 milioni di over 75, sono stati identificati oltre 2,7 milioni di individui che presentano gravi difficoltà motorie, comorbilità, compromissioni dell’autonomia nelle attività quotidiane di cura della persona e nelle attività strumentali della vita quotidiana. Si tratta di una popolazione che esprime una forte domanda sanitaria: l’80% di essi soffre di almeno 3 patologie croniche, ancora un 80% ha gravi limitazioni motorie e almeno un terzo presenta severe compromissioni delle attività di cura personale e/o strumentali della vita quotidiana.
Tra questi, 1,3 milioni di anziani dichiarano di non poter contare su un aiuto adeguato alle proprie necessità, e tra questi circa 1 milione vive solo oppure con altri familiari tutti over 65 senza supporto o con un livello di aiuto insufficiente.
Infine, circa 100 mila gli anziani, soli o con altri familiari anziani, oltre a non avere aiuti adeguati, sono anche poveri di risorse economiche, con l’impossibilità di accedere a servizi a pagamento per avere assistenza.
Secondo l’ISTAT “è dunque della massima importanza intercettare la domanda economica e sociale di questa popolazione di anziani spesso soli, con scarse disponibilità economiche e senza aiuto, traducendola in un’offerta di servizi di sostegno, prioritariamente presso l’abitazione e sul territorio; oltre ad assicurare loro una migliore qualità di vita, ciò permetterà di evitare che la condizione di svantaggio si trasformi ed esploda come domanda sanitaria dalle dimensioni insostenibili”.
L’ISTAT ha provveduto a selezionare, tra la fascia dei 2,7 milioni di anziani con gravissimi problemi di salute, una sottopopolazione caratterizzata da assenza o insufficienza di aiuto, qualificandola anche in base alla tipologia di conviventi e del reddito.
Complessivamente, circa 1,3 milioni di over 75, su un totale di circa 6,9 milioni, pari al 18,8%, dichiarano di non ricevere aiuto adeguato in relazione ai bisogni della vita quotidiana e alle necessità di tutti i giorni. Certamente la situazione di bisogno maggiore appare quella di coloro che vivono in abitazione da soli (ben 638.913 persone) o molto spesso con un coniuge comunque anziano (372.735), per un totale complessivo di oltre un milione di persone (14,7%), e percepiscono la mancanza di un adeguato supporto.
Un ulteriore focus rivela la presenza di quasi 100 mila (92.620) over 75 soli e collocati nella fascia di reddito più bassa (che al massimo raggiunge i 650 euro mensili), per i quali è evidente che occorra un intervento immediato sul piano dell’assistenza sociale, fatto salvo un ulteriore intervento sul versante sanitario. Si tratta di elementi preziosi per dimensionare e modulare gli interventi di assistenza domiciliare sociale, sanitaria o integrata.
Si può facilmente osservare che, tra le persone sole in condizioni economiche più disagiate, la quota di coloro che dichiarano severe difficoltà motorie, comorbilità e severa compromissione dell’autonomia è pari al 72%. Il valore è superiore a quello registrato sia per coloro che si trovano nella fascia mediana di reddito (62%) sia per quanti vantano redditi più elevati (63%). Se si cambia prospettiva, tra i soli over 75 senza aiuto o con aiuto insufficiente, la quota di coloro che presentano difficoltà motorie e grave compromissione dell’autonomia raggiunge il 64%, mentre il 36% riporta condizioni di salute poco gravi o non ha alcun problema di salute.
In conclusione, l’analisi dell’ISTAT consente di individuare gruppi di anziani over 75 tra i quali progressivamente peggiora il livello di vulnerabilità per il cumularsi di diverse condizioni di disagio:
- oltre 2,7 milioni presentano comorbilità, gravi disabilità motorie e visive, nonché grave compromissione dell’autonomia;
- tra questi, 1,3 milioni dichiarano di non avere aiuti adeguati, perché non ricevono alcun aiuto oppure perché bisognosi di ulteriore aiuto;
- tra questi ultimi, circa 1 milione vive solo o in famiglie con tutte persone anziane.
Selezionando i più fragili anche dal punto di vista delle condizioni economiche, è possibile isolare un nucleo di circa 100mila anziani soli, poveri in risorse sociali e relazionali, senza aiuto alcuno, con problemi motori, con gravi limitazioni nelle attività di cura e strumentali della vita quotidiana, che si collocano nella fascia più bassa della distribuzione dei redditi, dunque, prossimi candidati ad affollare ospedali, RSA e case di riposo. Sostenerli in tutti i modi nelle loro abitazioni, anche attraverso un robusto supporto sociale ed economico, consentirà di rispondere agli effettivi bisogni di questi anziani, a garanzia del diritto pienamente esigibile all’assistenza, secondo il principio dell’equità sociale.
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