L’utilizzo rigoroso delle mascherine e il rispetto del distanziamento fisico abbassano di mille volte la carica virale del Coronavirus. E quanto viene affermato in uno studio dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), pubblicato su Clinical Microbiology and Infection.
Lo studio, tutto italiano, è stato condotto su 373 casi di Covid-19 arrivati al pronto soccorso dell’Ospedale fra il primo marzo e il 31 maggio 2020. Al diminuire dell’esposizione al contagio, la carica virale di questi pazienti si è man mano abbassata e, in parallelo, anche la gravità della malattia si è ridotta.
Così, a maggio si sono potuti registrare sintomi di Covid-19 meno gravi e una minore probabilità di complicazioni, mentre si è ridotta in parallelo la percentuale di malati che hanno avuto bisogno di un ricovero in terapia intensiva.
Esiste dunque una relazione tra la riduzione dei casi di Covid-19 tra aprile e maggio e una chiara e progressiva riduzione della carica virale presente nei soggetti infetti.
I ricercatori sono riusciti a dimostrare che tutto ciò sarebbe da attribuire alle misure di protezione individuale e di distanziamento sociale attuate in quel periodo. I malati arrivati in ospedale a maggio, quindi in un periodo di bassa esposizione al contagio, erano infatti venuti a contatto con dosi virali più basse e avevano una dose minore di virus in circolo nell’organismo, anche fino a mille volte meno rispetto ai pazienti ricoverati a marzo.
Quanto appurato nella ricerca dovrebbe far riflettere quanti si ostinano a rifiutare l’utilizzo dei mezzi individuali di protezione e spesso anche a negare l’evidenza della virulenza di un virus che sta facendo danni incalcolabili alla salute della specie umana ed anche all’economia.
Foto di Karolina Grabowska da Pexels
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