Si è svolto il 22 marzo al CNEL il quarto incontro del Comitato di Sorveglianza del PON Inclusione, l’evento annuale in cui il Ministero, Autorità di Gestione del Programma Operativo, fa il punto sullo stato di attuazione delle attività condividendo con la Commissione europea, la Regioni, le Parti sociali e i rappresentanti delle principali organizzazioni del Terzo settore i risultati ottenuti nell’ambito degli interventi attuati con il sostegno dei fondi europei.
“Il PON Inclusione è citato a Bruxelles come mirabile esempio di sinergia tra fondi europei e riforme politiche nazionali che vanno nella direzione delle priorità del semestre europeo”.
Ha esordito così Laura Cassio – DG Occupazione, Politiche Sociali e Inclusione della Commissione Europea – nel suo intervento di apertura, sottolineando come il PON sia stato anche all’origine del percorso che ha portato all’introduzione del Reddito di inclusione.
“Questo cadenzare il tempo con i Comitati di sorveglianza ci dà anche l’occasione per fare un bilancio, e quello di quest’anno è un bilancio davvero importante per il Paese prima ancora che per il PON Inclusione, perché segna un cambiamento epocale: per la prima volta in Italia abbiamo una misura di reddito minimo, una misura su cui il PON ha scommesso.” Così Raffaele Tangorra, Direttore DG per la lotta alla povertà del Ministero del lavoro e delle politiche sociali introduce i lavori del Comitato, ripercorrendo le tappe del percorso che ha portato fin qui. “Quando c’è stata la negoziazione – con le Regioni prima e con la Commissione europea dopo – in Italia non avevamo ancora una misura di reddito minimo garantito. Ci si stava lavorando, c’erano delle sperimentazioni e si iniziava a immaginare la possibilità di utilizzare la leva delle risorse europee per suggerire un cambiamento. Questo cambiamento oggi c’è stato: abbiamo un reddito minimo che intende fornire anche dei servizi che accompagnano le persone e i nuclei familiari in condizione di povertà verso l’autonomia, verso un affrancamento dalla condizione di povertà.”
Nel corso del 2017 l’Autorità di Gestione è stata impegnata anche nella riprogrammazione del Programma alla luce della nuova assegnazione di risorse messe a disposizione dalla Commissione europea, con l’aggiustamento tecnico del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020, per rafforzare la strategia in materia di accoglienza e integrazione dei migranti. Il PON riprogrammato è stato approvato con Decisione della CE C (2017) 8881 del 15/12/2017 e la nuova dotazione finanziaria ammonta pertanto a € 1.320.200.000.
Le risorse aggiuntive sono confluite principalmente per realizzare interventi di integrazione socio-lavorativa per richiedenti e beneficiari di protezione internazionale e umanitaria e per minori stranieri non accompagnati in fase di transizione verso l’età adulta, e per interventi di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare e dello sfruttamento nel settore agricolo. Le risorse saranno gestite, in qualità di Organismo Intermedio, dalla DG dell’immigrazione e delle politiche di integrazione e si aggiungono a quelle già stanziate per progetti analoghi (cfr. pagina Assi prioritari del PON).
Sono state poi coinvolte anche altre amministrazioni centrali per attivare interventi sinergici sul fronte delle politiche per la famiglia (Dipartimento Famiglia), dell’inclusione delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti (con l’UNAR), della promozione dell’inclusione socio-lavorativa delle persone detenute (Ministero della Giustizia). L’UNAR sta lavorando anche con Istat per la realizzazione dell’indagine statistica su accesso e condizioni di lavoro LGBT e con Indire per la formazione dei mediatori culturali, mentre proseguono le attività della DG Terzo settore per il rafforzamento dell’economia sociale.
A seguito dell’introduzione del Reddito di inclusione (REI) si sta sviluppando un settore di intervento specificamente legato alla misura, finalizzato in particolare a garantirne l’attuazione omogenea sul territorio. Si è formalizzato recentemente l’accordo di collaborazione con Banca Mondiale, che fornirà supporto al Ministero per rafforzare le competenze di tutti gli operatori coinvolti a livello nazionale, regionale e locale nella attuazione del REI e per sviluppare la rete dei servizi territoriali volta ad assicurare i Livelli essenziali delle prestazioni REI.