Dopo 10 anni è stato firmato il rinnovo del contratto nazionale dei medici ospedalieri. L’accordo riguarda circa 130mila medici, veterinari e dirigenti sanitari del Servizio sanitario nazionale (SSN). Sotto il profilo economico, l’accordo riconosce incrementi a regime del 3,48%, corrispondenti a un beneficio medio complessivo di circa 190 Euro/mese. Innovate anche le parti che riguardano le relazioni sindacali, la responsabilità disciplinare, alcune tutele, gli incarichi e la carriera dirigenziale.
Sono aumentate inoltre le indennità di guardia da 50 a 100 euro, fino a 120 nei pronto soccorso e chi ha più di 62 anni potrà chiedere di essere esonerato dalle guardie. Sono premiate le carriere gestionali e professionali e viene valorizzato finalmente il lavoro dei giovani neo assunti che prenderanno una retribuzione di posizione minima di 1.500 euro annue da subito: un fatto storico mai accaduto prima. Così come lo è l’aver previsto la certezza di ottenere un incarico dopo 5 anni di servizio, con una retribuzione che sale di 2.000 euro all’anno.
Come Anap non possiamo non apprezzare il risultato raggiunto, avendo più volte sottolineato come i riconoscimenti economici dei medici italiani siano inferiori, e non di poco, a quelli europei. Resta però aperto il discorso relativo alla normativa relativa all’intramoenia che, per l’Anap e non solo, come si è avuto modo di sottolineare anche di recente, è uno dei motivi delle lunghe “file di attesa”.
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