La Manovra economica 2025 (Legge di Bilancio) dispone che dal 1° gennaio di quest’anno tutte le prescrizioni mediche devono essere redatte in modalità digitale, nel formato elettronico previsto da apposito Decreto ministeriale. L’obiettivo è quello di potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva, nonché garantire la completa alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico.
Le Regioni, nell’esercizio delle proprie funzioni di vigilanza e controllo, assicurano, per mezzo delle autorità competenti per territorio (ATS), l’attuazione della norma.
Una circolare di Federfarma precisa che la ricetta cartacea “sopravvive” per un periodo di transizione in attesa di indicazioni operative da parte di Ministero dell’Economia e delle Finanze, Sogei, Ministero della Salute e Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
La misura, si ricorderà, era stata introdotta in via sperimentale durante la pandemia da Covid 19, quando i pazienti hanno cominciato a ricevere le prescrizioni su telefonini e personal computer.
A partire da quest’anno, il formato digitale scatta per la compilazione delle ricette “rosse”, ovvero le prescrizioni di farmaci e prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), ma la modalità elettronica riguarda anche le cosiddette ricette “bianche”, relative alle cure mediche che sono soggette a pagamento.
Nella fase di transizione, tuttavia, in attesa che la norma entri a regime, medici e cittadini potranno continuare a stampare le ricette, che dovranno però essere sempre generate anche in formato digitale. Federfarma precisa che la ricetta elettronica è ora un “obiettivo certo”, ma è opportuno garantire un periodo di adeguamento. Quindi, in attesa di indicazioni operative da parte di Ministero dell’Economia e delle Finanze, Sogei, Ministero della Salute e Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), le farmacie potranno continuare a erogare i farmaci anche in presenza di ricette cartacee per assicurare la piena continuità del servizio farmaceutico.
A spingere per l’attivazione di una fase ponte tra cartaceo e digitale è la necessità di superare i frequenti malfunzionamenti tecnici registrati nei mesi scorsi, anche perché ci sono luoghi del Paese nei quali Internet non è stabile o presenta evidenti carenze.
Poi c’è la questione anziani, i quali, come rileva l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) di Aifa, nel 68% dei casi assume almeno 5 farmaci nel corso di un anno, mentre quasi uno su tre ne assume almeno 10. Per una parte di essi resta problematico il rapporto con la tecnologia. Secondo i dati ISTAT, il 30% degli over 65 non ha mai utilizzato Internet e una percentuale altrettanto significativa non possiede uno smartphone, strumenti fondamentali per accedere al nuovo servizio. Di questo dovrà essere tenuto conto nell’emanare le norme definitive di attuazione della norma, affinché alle difficoltà ben note nell’accedere alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale non si aggiungano anche quelle burocratico-tecnologiche.
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