La spending review attualmente in corso in Italia rappresenta un importante e necessario sforzo di razionalizzazione della spesa pubblica. Esistono sicuramente, come da sempre sostiene anche l’Anap, margini per la riduzione di sprechi e inefficienze, e molte delle proposte formulate finora vanno in questa direzione. Le proposte riferite alla spesa sanitaria, tuttavia, secondo l’Ocse, si basano su dati che non consentono di apprezzare la situazione di crescente svantaggio in cui versa il Servizio Sanitario Nazionale rispetto ai sistemi sanitari di altri maggiori paesi europei.
Il divario nei livelli di prestazioni erogate è cresciuto nel corso del tempo e ha raggiunto e superato il 50% rispetto a paesi come la Francia, l’Olanda e la Germania. Le riduzioni di spesa proposte rischiano di esacerbare le differenze osservate. Ove non finalizzate soltanto al recupero di inefficienze strutturali nella spesa sanitaria, eventuali riduzioni di spesa avrebbero ulteriori ripercussioni sull’accesso in particolare da parte dei gruppi più svantaggiati, sui livelli e sulla qualità dell’assistenza sanitaria, il “benchmark” proposto come riferimento per la spesa sanitaria pubblica, in particolare, non è compatibile con il modello di Servizio Sanitario Nazionale esistente in Italia.
Potrebbe interessarti:
- L’allarme dell’Ocse: rischio di povertà da anziani per i precari
- La famiglia e i tagli alla sanità. Convegno col Cupla Cremona
- Abitudini di acquisto: i giovani più attenti al prezzo, gli adulti alla qualità. E’ ricerca Eurispes
- Spending Review: De Poli, UDC: Investire su Welfare e politiche sociosanitarie