Nel 2012 sono stati erogati 10.257.796 ricoveri ospedalieri (contro i 10.749.246 dell’anno precedente), corrispondenti ad un totale di 66.707.607 giornate (nel 2011 erano 69.417.699).
E’ quanto si legge nel Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero – SDO 2012, realizzato dall’Ufficio VI della Direzione generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute. Si osserva come il numero complessivo di ricoveri e giornate erogati sia in diminuzione a partire dal 2005. Rispetto al 2011, il numero complessivo di ricoveri ordinari per acuti si riduce da 7.043.070 a 6.837.823 (-2,9%), con una corrispondente diminuzione delle giornate di ricovero da 47.963.625 a 46.422.668 (-3,2%); il numero di cicli di day hospital effettuati si riduce da 2.828.910 a 2.538.561 (-10,3%).
L’attività totale per acuti passa da 9.879.863 unità nel 2011 a 9.384.071 nel 2012, con una riduzione di circa il 5%. La composizione dell’attività per acuti mostra nel 2012 una riduzione del day hospital dal 28,7% al 27,1% del totale.
La degenza media per acuti si mantiene pressoché costante da diversi anni, intorno al valore di 6,7-6,8 giorni, mentre per le degenza medie per riabilitazione e per lungodegenza si osserva un decremento a partire dal 2009. Rispetto al 2011, il tasso di ospedalizzazione per acuti per l’anno 2012 in Italia si riduce da 110 a 108 dimissioni per 1.000 abitanti in regime ordinario e a poco meno di 42 cicli di day hospital per 1.000 abitanti; si osserva, inoltre, una discreta variabilità regionale.
Fra gli indicatori di appropriatezza organizzativa troviamo la percentuale di dimissioni da reparti chirurgici con DRG medico, la percentuale di ricoveri diurni di tipo diagnostico con DRG medico, la percentuale di ricoveri brevi con DRG medico e la percentuale di ricoveri oltre-soglia con DRG medico in pazienti anziani. La riduzione dei valori di tutti gli indicatori rispetto al 2011 descrive una tendenza al miglioramento dell’appropriatezza. È interessante sottolineare la stretta correlazione fra il ricorso inappropriato alle strutture ospedaliere e l’inadeguatezza del livello territoriale: questi stessi indicatori, pertanto, possono fornire indicazioni non solo sul corretto uso del setting ospedaliero, ma anche, indirettamente, sulla capacità assistenziale degli altri Livelli di Assistenza.
Valori più bassi delineano una migliore efficienza dell’assistenza sanitaria nel suo complesso, sia come efficacia dei servizi territoriali, sia come ridotta inappropriatezza del ricorso all’ospedalizzazione. Il confronto con il rapporto SDO 2011 evidenzia una riduzione dei valori soprattutto per le malattie polmonari croniche, il diabete non controllato ed il diabete con complicanze, l’asma nell’adulto e l’influenza nell’anziano, le patologie correlate all’alcol.
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