Ancora una volta Papa Francesco ha parlato di anziani. Lo ha fatto nel corso di una delle ultime udienze generali dedicata proprio agli anziani: “Anche io appartengo a questa fascia di età – ha detto il Papa -. Quando sono stato nelle Filippine, il popolo filippino mi salutava chiamandomi ‘Lolo Kiko’, cioè ’nonno Francesco’. Mi dicevano che la società tende a scartarli, ma il Signore non ci scarta mai, lui ci chiama a seguirlo in ogni età della vita e anche la anzianità, contiene una grazia del Signore”. “Insomma non è il momento di tirare i remi in barca”.
“Noi anziani – ha suggerito il Papa – possiamo ringraziare il Signore per i benefici ricevuti, riempire il vuoto dell’ingratitudine che li circonda, dare dignità alla memoria e ai sacrifici, possiamo ricordare ai giovani ambiziosi che la vita senza amore arida, ai giovani paurosi che l’angoscia del futuro può essere vinta, a quelli troppo innamorati di se stessi che c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
Francesco nella udienza generale ha citato l’esempio dei grandi santi anziani e di Simeone e Anna alla presentazione di Gesù al Tempio – “nella scia di questi vecchi straordinari, diventiamo anche noi un po’ poeti, dalla preghiera, prendiamo gusto a trovare parole nostre, riappropriamoci del seguire la parola di Dio. La preghiera dei nonni e degli anziani – ha sottolineato – è un dono per la Chiesa”.
Dopo aver ricordato la scelta di Papa Ratzinger di ritirarsi in “preghiera e nell’ascolto di Dio», Papa Francesco ha citato “un grande credente del secolo scorso di tradizione ortodossa, Olivier Clement”, che diceva “una civiltà dove non si prega più è una civiltà dove la vecchiaia non ha più senso”.