PASSI d’Argento è un sistema di sorveglianza, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dedicato alla popolazione anziana di 65 anni e più. PdA svolge un monitoraggio nell’ambito della sanità pubblica raccogliendo informazioni su salute e fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza o alle complicanze delle malattie croniche non trasmissibili, ma anche informazioni su molti aspetti volti a descrivere la qualità di vita e i bisogni di cura e assistenza delle persone ultra 65enni, con uno sguardo nuovo al fenomeno dell’invecchiamento, a partire dalla definizione di “invecchiamento sano e attivo” voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Con PASSI d’Argento si riesce anche a definire un quadro sul contributo che gli anziani offrono alla società, attraverso il lavoro retribuito o fornendo sostegno all’interno del proprio contesto familiare e della comunità (“anziano risorsa”) con attività di volontariato per le quali sono centrali non solo la salute fisica e l’autosufficienza, ma anche il benessere psicologico e sociale della persona. Questo sistema è dunque in grado di fornire informazioni utili alla programmazione di azioni e interventi mirati per le scelte di politiche sanitarie volte a migliorare la qualità di vita degli anziani e a rafforzare le condizioni alla base di un “invecchiamento sano e attivo”.
Nel rapporto pubblicato nei giorni scorsi, PASSI d’Argento ha preso in considerazione l’accesso degli anziani ai servizi del Sistema Sanitario Nazionale. Il dato che più balza agli occhi è che in Italia, nel biennio 2022-23, il 18% degli ultra 65enni coinvolti dalla sorveglianza ha dichiarato di aver rinunciato, nei 12 mesi precedenti l’intervista, ad almeno una visita medica o a un esame diagnostico di cui avrebbe avuto bisogno. Tale percentuale sale al 23% se si escludono gli anziani che hanno dichiarato di non aver avuto bisogno di visite o esami. In alcune Regioni, come la Basilicata, l’Abruzzo, la Sardegna, il Molise, l’Umbria, si arriva a punte che sfiorano il 40%.
La rinuncia alle cure è risultata più frequente tra le donne (25% vs 21% fra gli uomini) e fra le persone più svantaggiate per difficoltà economiche (39% tra coloro che hanno dichiarato di arrivare a fine mese con molte difficoltà vs 20% rispetto a chi non ne ha) o per bassa istruzione (24% tra chi ha al più la licenza elementare vs 19% tra i laureati).
PASSI d’Argento ha esaminato anche le principali ragioni legate alla rinuncia a visite mediche o esami diagnostici. Come era prevedibile, come causa principale per la rinuncia alle cure più della metà (55%) degli anziani intervistati ha indicato le lunghe liste d’attesa, poi il 13% la difficoltà nel raggiungere la struttura (eccessiva distanza o mancanza di mezzi di trasporto adeguati) o orari poco convenienti mentre il 10% ha dichiarato come motivo i costi troppo elevati delle prestazioni sanitarie.
E’ da notare che, rispetto ad interviste fatte da PASSI d’Argento negli anni precedenti, nel Report più recente un numero assi maggiore di anziani ha indicato, tra le motivazioni della rinuncia, le tre sopra descritte. Segno questo che:
- le liste di attesa sono notevolmente aumentate e allontanano le persone dalla tutela della propria salute;
- l’offerta di servizi nelle strutture pubbliche si è diradata, specie nelle campagne;
- i costi per i servizi pubblici (ticket) sono eccessivamente aumentati.
A questo proposito, PASSI d’Argento ha raccolto informazioni sulle strutture pubbliche/private a cui ha fatto ricorso chi ha svolto le visite e gli esami di cui aveva bisogno: ebbene, oltre la metà dei rispondenti ha fatto ricorso a prestazioni a pagamento (il 10% in modo esclusivo e il 49% talvolta) e solo il 41% ha sempre utilizzato il servizio pubblico. In definitiva, possiamo dire per sintetizzare che, per tutelare la propria salute, chi può si rivolge nella maggioranza dei casi alle strutture private a pagamento, chi non ha disponibilità economiche aspetta le lungaggini del Servizio Sanitario pubblico, una buona parte rinuncia a tutto e non si cura.
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