Il 10 luglio scorso è stata sancita l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sul nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016, l’Accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema. Il patto precedente era stato siglato nel 2009 a valere per il triennio 2010-2012.
In merito il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha tra l’altro, affermato che con il Patto sono stati affrontati i grandi temi della sanità. Dalla programmazione triennale dei costi standard e dei fabbisogni regionali, che consente di avviare e implementare politiche di innovazione del SSN sul territorio, alla definizione degli standard relativi all’assistenza ospedaliera, che, unitamente all’assistenza sanitaria transfrontaliera, all’aggiornamento dei LEA ed alla reale promozione dell’assistenza territoriale, costituiscono i pilastri su cui fondare tutte le iniziative necessarie per garantire la tutela della salute a tutti i cittadini uniformemente sul territorio nazionale.
Il tema degli investimenti in sanità – ha ancora affermato il Ministro – è anch’esso centrale per garantire le condizioni di competitività, di qualità e di sicurezza delle strutture sanitarie. Tra le novità contenute nel Patto c’è anche la previsione di attivare un sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell’andamento dei singoli Sistemi Sanitari Regionali, che consenta di rilevare in via preventiva, attraverso un apposito meccanismo di allerta, eventuali e significativi scostamenti delle performance delle Aziende sanitarie e dei Sistemi Sanitari Regionali, in termini di qualità, quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati.
Il tema della revisione del sistema di compartecipazione (ticket) e delle esenzioni sono trattati nel Patto in un’ottica di riforma, affinché si eviti che la compartecipazione rappresenti una barriera per l’accesso ai servizi sanitari e la principale causa dell’esodo dei cittadini dalle cure.
Secondo l’Anap il patto per la salute, sostanzialmente condivisibile, è solo un “primo passo” verso un sistema sanitario pubblico migliore e più efficiente, in quanto dovremo attendere la sua concreta attuazione, per la quale sarebbe opportuno il coinvolgimento di tutte le realtà interessate, tra le quali anche le Associazioni dei pensionati per assicurare un’effettiva ed adeguata tutela ai cittadini.
Potrebbe interessarti:
- Telemedicina, ecco le linee guida del documento approvato dalla Conferenza Stato-Regioni
- Ripartiti i Fondi per la non autosufficienza e per le Politiche sociali. Ma ora le Regioni chiedono un’intesa quadro
- Entro febbraio la firma del Patto per la Salute. Il budget 2014 del Fondo a 109,902 miliardi. Nel 2017 salirà a 122
- Costi standard in sanità: Le Regioni favorevoli ad applicarli in via sperimentale da subito e a regime dal 2014