In seguito alle varie riforme del sistema previdenziale, adesso l’età di pensionamento in Italia è diventata molto alta ed è una delle più alte a livello europeo. Ormai la meta, con l’aggancio all’aspettativa di vita, si avvicina ai 67 anni di età, tanto da evidenziare insopportabili incongruenze e difficoltà ai danni di persone che, anche per via del lavoro usurante svolto, non sono in grado di reggere fino a quell’età. Ma i dati dell’Osservatorio dell’INPS ci fanno capire quanto alcune leggi del passato, per fortuna cancellate, hanno creato iniquità e disparità.
Sono quasi mezzo milione i pensionati italiani (esclusi quelli che ricevono la pensione sociale) che ricevono l’assegno da oltre 37 anni, cioè da prima del 1980: per l’esattezza sono 471.545 pensionati. Il dato arriva dagli osservatori statistici dell’Inps che calcolano invece in oltre 700mila le persone che hanno una pensione liquidata da almeno 35 anni (dal 1982 o negli anni precedenti). L’età media alla decorrenza delle pensioni liquidate prima del 1980 era di 49,9 anni per la vecchiaia e di 46,4 per l’anzianità, mentre per i superstiti era di 41,5 anni (45,7 per i superstiti da pensionato). Ovviamente, ad abbassare la media e ad alimentare la schiera dei pensionati precoci ci sono gli ex lavoratori del pubblico impiego, a cui, come è noto, era concesso di andare in pensione (pensioni baby) anche con 20 anni di contributi o meno (14 anni sei mesi e un giorno per le donne con figli).
Per i pensionati del settore privato, infatti, l’età di pensionamento era un pò più alta per i trattamenti di vecchiaia (compresa l’anzianità) con 54,7 anni, mentre per i superstiti era di 40,7 anni al momento della liquidazione della pensione.
Inoltre, se per le pensioni del settore privato l’importo medio degli assegni liquidati prima del 1980 è largamente inferiore a mille euro al mese (807 euro mensili i trattamenti di vecchiaia, 526 euro quelli ai superstiti), per le pensioni dei pubblici l’importo medio supera i 1.660 euro al mese nel caso della vecchiaia e i 1.465 in quello dell’anzianità. Superiore ai mille euro anche le pensioni ai superstiti erogate da prima del 1980 per il settore pubblico con 1.125 euro per i superstiti da assicurato (ovvero da persona morta mentre ancora lavorava) e 1.190 euro per i superstiti da pensionato.