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L’adeguamento degli assegni pensionistici all’inflazione è un tema che coinvolge milioni di pensionati italiani. Ogni anno la perequazione garantisce un aumento delle pensioni in base al costo della vita, ma negli ultimi anni il meccanismo è stato regolamentato per motivi di sostenibilità economica. In particolare, la legge di bilancio 2023 ha introdotto un sistema di rivalutazione con percentuali diverse, riducendo l’incremento per le pensioni più alte. Questa misura, chiamata raffreddamento della rivalutazione, ha generato polemiche tra sindacati e associazioni di categoria, portando la questione alla Corte Costituzionale.
La Sentenza
La Consulta con sentenza n. 19 del 2025 ha stabilito che il meccanismo di rivalutazione per il biennio 2023-2024 è costituzionale. La sentenza dice che la misura, pur introducendo una limitazione all’aumento, non viola il diritto a un trattamento previdenziale dignitoso. Secondo i giudici la perequazione parziale risponde all’esigenza di bilanciare la tutela del potere d’acquisto dei pensionati con la sostenibilità del sistema previdenziale nel lungo periodo. In pratica la rivalutazione degli assegni pensionistici per il 2024 va a schema progressivo.
Le percentuali di rivalutazione
Le pensioni fino a quattro volte il minimo Inps vengono adeguate al 100% dell’inflazione. Gli importi compresi tra quattro e cinque volte il minimo vengono adeguate all’85% del tasso di inflazione. Le fasce superiori vengono adeguate progressivamente: 53% tra cinque e sei volte il minimo, 47% tra sei e otto volte, 37% tra otto e dieci volte, fino a 22% per gli assegni superiori a dieci volte il minimo Inps. Questo sistema vuole garantire l’aumento pieno solo per le pensioni più basse e contenere la spesa previdenziale per le assegni più elevate.
La sentenza della Corte Costituzionale chiude il dibattito giuridico ma il confronto politico è aperto. Il Governo ha difeso la scelta sottolineando che la perequazione parziale è necessaria per garantire la sostenibilità dei conti pubblici e mantenere risorse per interventi a favore delle fasce più deboli. Per il futuro sarà fondamentale monitorare l’inflazione e valutare eventuali correttivi nelle prossime leggi di bilancio.
