Con l’arrivo di nuove dosi dei vaccini Pfizer e AstraZeneca, e quelle pianificate nei prossimi giorni, si calcola che saranno circa 26 milioni le dosi di vaccino a disposizione del nostro Paese entro la fine di aprile. Il che, nel quadro di una riorganizzazione del piano vaccini da parte del nuovo Governo Draghi, dovrebbe portare ad una accelerazione della vaccinazione di massa contro il Coronavirus in Italia.
Ci auguriamo fortemente che sia così, in modo da recuperare il ritardo – per la verità comune a tutti i paesi europei – che abbiamo accumulato in quest’ultimo periodo a causa soprattutto delle mancate consegne del vaccino da parte delle case farmaceutiche, mettendo un freno allo stillicidio di morti per Covid, che hanno ormai superato la soglia delle 100.000 e che ogni giorno riguardano soprattutto i nostri anziani.
Intanto è arrivato il via libera del Ministero della Salute all’utilizzo del vaccino anti-Covid di AstraZeneca anche nei soggetti sopra i 65 anni di età, esclusi però i soggetti “estremamente vulnerabili” per particolari patologie. Lo prevede la circolare “Utilizzo del vaccino COVID-19 VACCINE ASTRAZENECA nei soggetti di età superiore ai 65 anni” firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.
Tale decisione fa seguito a un parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanità, nel quale viene affermato che “ulteriori evidenze scientifiche resesi disponibili non solo confermano il profilo di sicurezza favorevole relativo al vaccino in oggetto, ma indicano che, anche nei soggetti di età superiore ai 65 anni, la somministrazione del vaccino di AstraZeneca è in grado d’indurre significativa protezione sia dallo sviluppo di patologia indotta da SARS-CoV-2, sia dalle forme gravi o addirittura fatali di COVID-19″.
Come si ricorderà, il vaccino AstraZeneca era stato in un primo tempo limitato alle persone al di sotto dei 65 anni a causa di dati carenti nella sperimentazione sui soggetti più anziani. Tuttavia, sia la somministrazione su larga scala del vaccino nel Regno Unito a soggetti di tutte le età senza particolari effetti collaterali, sia il parere di molti esperti e virologi sulla sua efficacia al pari di altri vaccini, hanno portato alla decisione del Ministero della salute, che può dare una sterzata all’accelerazione della vaccinazione di massa in Italia.
Per un’informazione più completa, può essere interessante quanto si legge sul sito dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma riguardo al vaccino AstraZeneca.
Come funziona il vaccino AstraZeneca
Gli studi clinici hanno dimostrato che il vaccino, oltre ad essere sicuro, ha un’efficacia dell’82,4% quando vengono somministrate due dosi a distanza di 12 settimane.
Il vaccino “COVID-19” di AstraZeneca è un vaccino a vettore virale: utilizza un adenovirus innocuo (che non può provocare nessuna malattia nell’uomo) che contiene nel suo interno le istruzioni genetiche per la costruzione della proteina spike. Una volta iniettato, il vaccino fa produrre la proteina spike dalle nostre cellule e stimola così la produzione di anticorpi.
Ma a differenza dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna, che portano le istruzioni in un filamento singolo di RNA, il vaccino di Oxford utilizza un doppio filamento di DNA. Poiché il DNA non è fragile come l’RNA e il rivestimento proteico dell’adenovirus aiuta a proteggere il materiale genetico al suo interno, questo vaccino è più robusto dei vaccini a mRNA. Di conseguenza, il vaccino di Oxford non deve rimanere congelato. Il vaccino dura per almeno sei mesi se refrigerato a 2-8°C.
Dopo che il vaccino è stato iniettato nel braccio di una persona, gli adenovirus entrano in contatto con le cellule e si attaccano alla loro superficie. La cellula avvolge il virus in una bolla e lo tira al suo interno. Una volta all’interno, l’adenovirus fuoriesce dalla bolla e viaggia verso il nucleo dove rilascia il codice genetico (il filamento di DNA) che farà produrre la proteina Spike del Coronavirus. Il sistema immunitario del paziente vaccinato si attiva così contro questa proteina e produce gli anticorpi senza aver mai incontrato il virus del COVID-19.
Reazioni al farmaco
Anche per questo vaccino quasi tutte le reazioni avverse segnalate sono state lievi o moderate e si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione. Le più frequenti sono la febbre, il mal di testa, i dolori muscolari o articolari. Sono di entità lieve o moderata e, seppur fastidiose, si risolvono in poche ore o pochi giorni, quasi sempre senza che sia necessario ricorrere a nessun medicinale.
Tuttavia, il vaccino viene sempre eseguito in sicurezza da personale sanitario addestrato ed è previsto che chi fa il vaccino rimanga in osservazione per almeno 15 minuti dopo l’iniezione.
Quale vaccino è migliore
È molto importante sottolineare che in questo momento non esiste un vaccino “migliore” contro il virus SARS-CoV-2 perché i dati a disposizione non sono ancora sufficienti per fare confronti. Quello che sappiamo è che in tutti i paesi dove si sta vaccinando con uno dei vaccini attualmente disponibili in Italia si sta verificando una netta riduzione del numero dei casi di COVID-19 gravi, ricoverati in terapia intensiva. Nei Paesi dove si è vaccinato di più, come in Scozia e in Israele, si assiste oggi a una riduzione dei ricoveri in terapia intensiva che va dall’80 a più del 90%!
Indipendentemente dal tipo di vaccino che verrà somministrato, AstraZeneca, Pfizer, Moderna, si può essere sicuri della sua capacità di proteggerci dalle forme più gravi della malattia COVID-19.
Dobbiamo però sempre ricordare di continuare, anche dopo vaccinati, a tenere alta la guardia indossando la mascherina, mantenendo la distanza di sicurezza (di almeno un metro) dagli altri e lavando spesso le mani.