Uno dei problemi più avvertiti dalla popolazione anziana attiene alla sicurezza: sicurezza in casa e fuori di casa. Molto spesso gli anziani vivono da soli e questo aumenta il loro desiderio di sentirsi protetti. Tra i motivi che minano questa esigenza primaria vi sono la microcriminalità e le truffe alle quali possono essere soggetti. Truffe purtroppo sempre più raffinate ed evolute per la capacità di chi le mette in atto di adeguare le modalità di agire. Sebbene le truffe tradizionali continuino a mietere numerose vittime, si profila un nuovo rischio legato alle nuove tecnologie. Con internet, la rete e i servizi online si sono moltiplicati gli strumenti a disposizione dei criminali.
Per questo l’Anap, assieme al Ministero dell’Interno, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale, con il contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza, ha, ormai da diversi anni avviato una campagna sulla sicurezza contro le truffe agli anziani e non solo “Più Sicuri Insieme“, un’attività di sensibilizzazione che ha avuto un notevole riscontro positivo in tutte le provincie italiane.
Anche nel comprensorio forlivese sono stati molteplici i contributi forniti da Anap e Confartigianato in collaborazione con le forze dell’Ordine. Informare sui rischi è la prima forma di prevenzione, per questo giovedì 10 ottobre, nella sede di Confartigianato di Forlì, è stato organizzato un confronto con gli esperti per spiegare ai cittadini quali siano i rischi e le più recenti forme di raggiro studiate dai delinquenti per cercare di far cadere nella propria trappola le persone prese di mira.
Come spiega Giuseppe Mercatali, coordinatore Anap “ci troviamo a fronteggiare un’emergenza silenziosa. Spesso chi viene raggirato ha timore di denunciare perché si sente umiliato dal fatto di aver dato fiducia a chi non la meritava. È fondamentale essere informati sulle diverse tecniche che possono essere utilizzate dai truffatori, elaborando e facendo proprie strategie di prevenzione e di difesa. Ciò che risulta veramente odioso è che per lo più vengono sfruttati ricordi o presunte situazioni di rischio dei parenti delle vittime per circuirle e defraudarle. I truffati devono sempre aver chiaro che sono persone per bene e che sono loro a essere strumentalizzati, indebitamente e in modo subdolo, dal malintenzionato di turno”.
Come rivelano numerosi studi il truffato può sperimentare un forte sentimento di “sconfitta” che si associa a sensazioni di abbandono e di solitudine. Ciò può essere combattuto grazie al supporto di chi affianca la persona, al rapporto con i parenti, i familiari, gli amici. Ma anche le associazioni, come Anap, possono essere d’aiuto, anzi, la testimonianza di chi ha vissuto un’esperienza negativa può essere un contributo prezioso per evitare che altri incorrano nella medesima situazione.