Il 9 novembre scorso si è svolto l’evento annuale del PON Inclusione (FSE 2014-2020). L’incontro, a vent’anni dall’approvazione della Legge-quadro 328, ha offerto anche l’opportunità per presentare il primo Rapporto annuale sul Reddito di cittadinanza.
Ed ecco, in sintesi alcuni spunti di riflessione contenuti nel Rapporto, dopo il primo anno di applicazione di detta misura:
Il Reddito di cittadinanza
- L’istituzione nel 2019 del Reddito di cittadinanza (Rdc) in Italia fa seguito alla sperimentazione dal 2017 del Reddito di inclusione (ReI), che, a sua volta faceva seguito alla sperimentazione in 306 comuni del Reddito minimo di inserimento negli anni 1999-2007 e alle successive sperimentazioni della Carta acquisti (2008), Carta acquisti sperimentale (2014), Sostegno all’inclusione attiva (2017) e a diverse sperimentazioni a livello regionale.
- Obiettivo del Rdc è di assicurare un sostegno economico di dimensione più consistente, garantire l’effettività di un diritto alla presa in carico di tipo sociale e/o lavorativo, a seconda delle esigenze, basata su una valutazione e una progettualità individualizzate, non a caso definite formalmente come livelli essenziali delle prestazioni, al pari del beneficio economico.
- Il numero dei potenziali beneficiari della misura è diventato molto più consistente, con un sostanziale incremento in particolare dei nuclei familiari monocomponenti aventi diritto e l’allargamento ai nuclei composti anche da sole persone anziane, pur eventualmente beneficiarie di altre misure di sostegno.
- Al 30 giugno 2020 risultavano circa 1.430.000 i nuclei che hanno beneficato della misura, dal suo avvio (oltre 3.470.000 individui).
Quanti sono e dove vivono i beneficiari
- Nel 2019 la misura ha interessato oltre 1 milione di nuclei familiari, pari a più di 2 milioni 700 mila individui, con maggior incidenza nelle regioni del Sud rispetto al Centro Nord.
- Sebbene in termini assoluti la gran parte dei beneficiari siano concentrati nelle regioni del mezzogiorno, si osserva su tutto il territorio una notevole variabilità dell’incidenza dei beneficiari a livello di ambiti territoriali.
- Le regioni del Centro Nord con il maggior numero di percettori di Rdc/Pdc sono la Lombardia ed il Lazio.
- I percettori di Pdc costituiscono complessivamente l’11,4% dei nuclei familiari beneficiari, pari a 127.514 nuclei (144.493 individui). L’incidenza della Pdc sul complesso dei beneficiari Rdc/Pdc risulta più consistente nel Nord e nel Centro (oltre il 13% delle famiglie ed il 7% degli individui beneficiari) rispetto al Mezzogiorno (9% delle famiglie e 4% dei beneficiari).
- Mentre circa il 40% delle famiglie beneficiarie di Rdc vive nelle regioni del Sud, la distribuzione delle famiglie beneficiarie di Pdc è più uniforme a livello nazionale.
Indicatori Povertà
- Il Rdc/Pdc ha un forte impatto nella riduzione dell’intensità della grave povertà (soglia del 40% del reddito mediano) per i nuclei beneficiari: in media il gap a livello nazionale viene ridotto dell’83%, passando dal 67% al 12%.
- La misura riduce l’incidenza di grave povertà (soglia del 40% del reddito mediano) tra i beneficiari Rdc/Pdc: fa superare questa soglia a 245.662 nuclei beneficiari. La maggior parte dei nuclei che superano la soglia di grave povertà sono Pdc e mono-componente, anche grazie ad una soglia di integrazione al reddito familiare in assenza di affitto più alta di quella dei beneficiari Rdc.
- Per quasi metà dei nuclei Rdc/Pdc il beneficio economico è pressoché l’unica componente del reddito familiare: Per oltre il 40% dei nuclei il beneficio economico contribuisce a più del 90% del reddito annuo della famiglia. Il contributo del beneficio al reddito familiare diminuisce all’aumentare del numero di componenti del nucleo.
- Tra il 2017 e il 2019, l’Italia ha raddoppiato la percentuale di popolazione che riceve misure di reddito minimo. Dal 2018, grazie al Reddito di Cittadinanza (RdC), la situazione in Italia è cambiata: il 5,2% della popolazione è ora coperto da una misura di reddito minimo, un aumento di oltre 3 punti percentuali.
- Il confronto con gli indicatori di povertà mette in luce come la più alta incidenza di beneficiari nei nuclei numerosi rispetto alla popolazione residente, non sia completamente adeguata, a fronte all’elevata incidenza di povertà assoluta (19,6%) di questi nuclei familiari: nell’ambito dei nuclei beneficiari, i nuclei numerosi sono sovra-rappresentati in confronto alla loro peso tra i nuclei residenti, ma sotto-rappresentati rispetto al loro peso tra i nuclei in povertà assoluta.