Presentata la prima edizione del Rapporto sulla spesa rilevata dalle strutture sanitarie pubbliche del SSN per l’acquisto di dispositivi medici (anno 2012). Negli ultimi anni il settore dei dispositivi medici in Italia è diventato oggetto di grande interesse da parte delle istituzioni pubbliche e, in particolare, del Ministero della salute, con l’obiettivo primario di approfondire la conoscenza di dati e informazioni circa la domanda e l’offerta di queste tecnologie nel nostro Paese.
I dispositivi medici hanno costituito infatti un settore sostanzialmente scarsamente conosciuto in modo capillare ed organico fino a pochi anni fa. I diversi livelli di governo del SSN (Ministero della salute, Regioni, Aziende sanitarie, Agenas) hanno quindi avviato un percorso progettuale per comprendere la dimensione del mercato in termini di volume e spesa, dinamiche dei processi di acquisto, livello di coordinamento interaziendale e intra regionale e come gli ospedali gestiscono il flusso informativo acquisto – utilizzo – controllo della performance.
Il lavoro svolto in modo congiunto dalla Regioni e Provincie Autonome, dal Ministero della salute e da Agenas ha permesso di avviare il processo di messa in trasparenza del settore che probabilmente non ha precedenti nel nostro Paese e di regolamentarne modalità e tempi attraverso, appunto, il Decreto del Ministro della salute 11 giugno 2010 “Istituzione del flusso informativo per il monitoraggio dei consumi dei dispositivi medici direttamente acquistati dal Servizio sanitario nazionale”. Il flusso informativo per il monitoraggio dei consumi dei dispositivi medici direttamente acquistati dal Servizio Sanitario Nazionale consente oggi di monitorare il consumo di dispositivi medici da parte delle strutture del SSN e la relativa spesa sostenuta. Si rende quindi disponibile un patrimonio di informazioni che consente di analizzare i dati di spesa per dispositivi medici in grado di assicurare alle Regioni ed alle Aziende sanitarie strumenti di autovalutazione e controllo, fino alla condivisione di quelli che effettivamente possono essere considerati prezzi di riferimento per futuri acquisti o elementi per rinegoziare i contratti in essere, ove possibile.
Potrebbe interessarti:
- Istat: aumenta il potere di acquisto delle famiglie nel primo trimestre 2013. Ma resta negativo (-2,4%) il dato tendenziale
- Istat: forte calo del potere d’acquisto delle famiglie (-4,8%)
- Intramoenia, la svolge il 52% dei medici con rapporto esclusivo
- Istat, crolla il potere d’acquisto delle famiglie