Non tutti sanno che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, all’articolo 25, “riconosce e rispetta il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale”. Si tratta di un’affermazione assai importante in quanto è, in molti casi, più avanzata rispetto alle Carte dei diritti o Costituzionali che sono vigenti nei singoli Paesi dell’UE.
Gli Stati Membri sono, quindi, tenuti a sviluppare politiche che promuovano questi diritti in ogni ambito della vita sociale, dalle questioni reddituali e pensionistiche all’assistenza in caso di bisogno, dalla residenzialità alla lotta contro gli abusi e le discriminazioni, dalla promozione della vita attiva, dalla tutela della salute alla lotta alla solitudine. Disattendere o limitare questi diritti deve essere considerato inaccettabile.
Nei giorni scorsi il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha invitato la Commissione europea e gli Stati membri a sviluppare una nuova strategia europea per le persone anziane prima della fine del suo attuale mandato.
L’obiettivo sarebbe quello di allontanare la percezione, molto diffusa, degli anziani come un peso e un costo per la società e promuovere, invece, una strategia volta ad attingere al loro potenziale sociale, economico e intellettuale, spesso trascurato.
Il dibattito all’interno della Commissione ha rilevato che, in assenza di una politica globale sulle persone anziane e sull’invecchiamento, questa sarebbe la prima strategia dell’UE per proteggere i diritti delle persone anziane e garantire la loro piena partecipazione alla società e all’economia.
La strategia contribuirebbe anche a sradicare la visione passiva degli anziani che si aggiunge alla discriminazione nei loro confronti, la quale, insieme alla discriminazione di genere, continua a essere in cima all’elenco delle forme più comuni di discriminazione nell’UE.
Questo – è stato precisato – nella piena consapevolezza che l’Europa sta rapidamente invecchiando. Eurostat stima che entro il 2050 il numero di persone nell’UE di età compresa tra 75 e 84 anni crescerà del 56,1%, mentre il numero di persone di età compresa tra 65 e 74 anni aumenterà del 16,6%.
Un altro avvenimento rilevante a livello europeo per i diritti degli anziani è rappresentato dal fatto che L’Organizzazione Mondiale della Sanità/Europa e la Commissione europea hanno unito le forze per sostenere i paesi dell’Unione europea per migliorare l’assistenza a lungo termine. La nuova partnership si concentrerà sul miglioramento dell’accesso e della qualità dei servizi di assistenza a lungo termine, fornendo al contempo un importante supporto ai caregiver informali, che spesso svolgono un ruolo cruciale nella fornitura di assistenza.
All’interno della Regione Europea, 135 milioni di persone vivono con disabilità e quasi 1 anziano su 3 non è in grado di soddisfare autonomamente i propri bisogni primari. L’accesso a un’assistenza di buona qualità, integrata e a lungo termine è essenziale affinché queste persone mantengano la loro capacità funzionale, godano dei diritti umani fondamentali e vivano con dignità.
L’erogazione integrata di cure di cui gli anziani hanno bisogno deve avvenire in modo tempestivo e completo, con servizi che vanno dalla prevenzione, al trattamento, all’assistenza a lungo termine fino alle cure riabilitative o palliative. Questi possono essere forniti nelle strutture sanitarie e di assistenza a lungo termine, nelle loro case o nella comunità.
Con l’invecchiamento della popolazione, si prevede che la domanda di assistenza a lungo termine aumenterà. Entro il 2024, la regione europea dell’OMS avrà più anziani (65 anni e più) che bambini e adolescenti, con circa 2 anziani su 3 che necessitano di cure e sostegno a un certo punto della loro vita.
Il nuovo partenariato svilupperà strumenti per sostenere gli sforzi di riforma dell’assistenza a lungo termine dei Paesi e aiuterà a monitorare i progressi verso una migliore copertura dei servizi, un’assistenza più accessibile e un migliore coordinamento dei servizi sanitari e di assistenza a lungo termine nel corso della vita delle persone.
Le attività del partenariato si allineeranno con l’imminente lavoro dell’OMS/Europa per sostenere lo sviluppo di un’assistenza integrata per un invecchiamento sano, compreso un quadro regionale per l’azione sui sistemi sanitari e assistenziali integrati per aiutare il coordinamento, la collaborazione, l’apprendimento congiunto, l’innovazione e il monitoraggio dell’assistenza integrata e delle comunità a misura di anziano.
La maggior parte dell’assistenza nella Regione Europea è fornita in modo informale dalle famiglie e dalle comunità locali. Attraverso i loro sforzi, i caregiver informali, che si stima siano donne per l’80% della forza lavoro, aiutano a colmare le lacune nella copertura dei servizi e assicurano l’assistenza a coloro che non possono accedere o permettersi i servizi di assistenza formale.
La partnership sosterrà anche questi caregiver informali sviluppando una serie di strumenti ad accesso aperto che possono aiutarli mentre si prendono cura degli altri.
La carenza di forza lavoro sta influenzando anche la qualità e la quantità dell’assistenza a lungo termine in tutta la regione europea. Sono necessari investimenti urgenti per affrontare queste carenze, concentrandosi su formazione, assunzione, conservazione e protezione della forza lavoro dell’assistenza a lungo termine.
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