Il Programma – elaborato dal Ministero della Salute in attuazione della legislazione nazionale e internazionale – prevede 7 sette linee di intervento che coprono trasversalmente, in un’ottica di mainstreaming, gli aspetti più importanti per la realizzazione della piena inclusione nella vita sociale delle persone con disabilità e per ogni intervento individua l’obiettivo e il tipo di azione necessaria per conseguirlo. Tra le proposte più significative, di stretta competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la prima riguarda il superamento della nozione di invalidità civile introducendo definizioni e modelli di valutazione e intervento sulla disabilità sulla base di principi ispirati all’ICF (la classificazione OMS che vuole descrivere lo stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali per cogliere le difficoltà che nel contesto socio-culturale di riferimento possono causare disabilità). Il programma propone, infatti, di basarsi sul “funzionamento” globale della persona valutato sull’intero fronte dei suoi diritti/doveri, così che la valutazione assuma un significato di operativo supporto alla progettazione personalizzata, superando definitivamente le logiche “tutte al negativo” di percentualizzazione dell’inabilità-invalidità, della capacità lavorativa, dell’handicap e riconducendo ad unità la frammentazione normativa esistente.
Un’altra priorità è quella di favorire il mainstreaming della disabilità all’interno delle politiche generali per il lavoro e nella raccolta dati, aggiornare la legislazione in vigore e renderla più efficace nell’offrire occasioni di lavoro, in particolare attraverso un miglior funzionamento del collocamento mirato, prevedendo nuove competenze che permettano di seguire i lavoratori durante tutto il percorso lavorativo senza trascurare il tema delle donne che vivono condizioni di multi discriminazione. Infine, la definizione di criteri guida per la programmazione degli interventi e servizi e la redazione dei progetti individualizzati per la promozione della vita indipendente, intesa come facoltà di compiere autonomamente le proprie scelte e gestire direttamente la propria esistenza. A tale proposito sono centrali i progetti individualizzati che richiedono il coinvolgimento diretto della persona, con attenzione adeguata nel caso in cui questa non sia in grado di autodeterminarsi.
Tra le attività dell’Osservatorio, significativo è stato lo spazio dedicato alla raccolta di dati e informazioni statistiche utili per la policy, grazie a una convenzione con l’Istat finalizzata a ricostruire, per la prima volta, il quadro delle condizioni di vita e dell’accesso ai servizi delle persone con disabilità, oltre che un sistema di indicatori per il monitoraggio dell’inclusione sociale, coerente con le indicazioni dell’ONU. Un’attività fondamentale per la definizione delle politiche i cui risultati saranno disponibili nel 2014. “Il Programma d’azione rappresenta, senza dubbio, un primo fondamentale contributo alla definizione di una complessiva azione strategica da parte dell’Italia sul tema della disabilità – conclude il vice ministro Guerra – in accordo col nuovo quadro delle Nazioni Unite e pienamente coerente con la Strategia europea sulla disabilità 2010-2020, per promuovere la progressiva e piena inclusione in tutti gli ambiti della vita sociale, economica e culturale”.
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