In fatto di servizi garantiti agli abitanti, la realtà italiana offre un quadro di luci e ombre. E’ quanto rileva il primo rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) realizzato da Istat e Cnel. La qualità dei servizi sociali non è sempre adeguata, anche se ha visto significativi miglioramenti nel tempo. La lunghezza delle liste d’attesa resta un ostacolo importante all’accessibilità del Servizio sanitario nazionale. D’altra parte, negli ultimi anni la quota di anziani trattati in Assistenza domiciliare integrata è raddoppiata e molti più bambini sono stati accolti in strutture pubbliche per la prima infanzia, anche se la quota di bambini che usufruisce di questi servizi è ancora esigua (il 14%). Il Mezzogiorno permane in una situazione peggiore del resto del Paese.
Migliora l’erogazione dei servizi di pubblica utilità, quali gas ed elettricità, così come quella dell’acqua. La quota di famiglie che lamenta irregolarità nella distribuzione dell’acqua scende dal 17% del 2004 all’8,9% nel 2012, anche se rimane critica la situazione di Calabria e Sicilia dove ancora più di un quarto della popolazione denuncia interruzioni del servizio.
Si sono fatti grandi passi avanti nella differenziazione dei rifiuti, arrivata al 35,3%, ma il Paese è ancora lontano dagli standard dei migliori paesi europei: di conseguenza, una quantità di rifiuti troppo elevata (quasi la metà) è destinata alle discariche. Anche il trasporto pubblico ha visto un lieve incremento della propria dotazione infrastrutturale, che però non ha ridotto di molto il tempo (76 minuti) che le persone devono dedicare quotidianamente agli spostamenti.
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