E’ stato presentato di recente il Rapporto “Nidi e servizi educativi per l’infanzia, stato dell’arte, criticità e sviluppi del sistema educativo integrato“, frutto dell’accordo di collaborazione triennale stipulato a fine 2018 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche della Famiglia – l’Istat e l’Università Ca’ Foscari Venezia.
Con la Legge n.107/2015 e il successivo Decreto legislativo n. 65/2017 i nidi e i servizi integrativi per la prima infanzia vengono ricondotti alla sfera educativa piuttosto che al comparto assistenziale, con l’obiettivo di garantire la continuità del percorso educativo e scolastico dalla nascita fino ai sei anni di età. Viene inoltre istituito il “sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni“, indirizzato e coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. A tale sistema viene riconosciuto un ruolo cruciale, non solo nel sostegno alla genitorialità, ma anche come strumento fondamentale nei percorsi di crescita del bambino.
Esistono tuttavia non poche difficoltà, dal punto di vista pratico, perché il sistema di offerta possa rispondere in tempi rapidi al mutato quadro socio-culturale e al concreto bisogno di servizi educativi ad elevati standard qualitativi su tutto il territorio nazionale.
Il report offre un quadro informativo basato su un’ampia ricognizione di tutte le fonti utili a caratterizzare l’offerta e la domanda di tali servizi, come fotografia della situazione alla fase di entrata in vigore dei provvedimenti. La raccolta ragionata della documentazione di natura normativa e amministrativa dà conto dello stadio di attuazione dei provvedimenti a livello locale.
Le principali evidenze di questa analisi, in particolare, mostrano la persistenza di importanti criticità: una carenza strutturale nella disponibilità di servizi educativi per la prima infanzia rispetto al potenziale bacino di utenza (bambini di età inferiore a 3 anni), e una distribuzione profondamente disomogenea sul territorio nazionale. La coesistenza di situazioni di eccellenza in alcune zone, con situazioni di grave carenza in altre, se da un lato può offrire interessanti modelli organizzativi da esportare, dall’altro pregiudica fortemente la garanzia di pari opportunità educative laddove la disponibilità e l’accessibilità ai servizi è fortemente limitata.
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