Studiosi della Northwestern University, negli Stati Uniti, hanno fatto una ricerca su persone di età compresa tra 80 e 100 anni resistenti al declino cognitivo e con una funzione cerebrale nettamente superiore non solo rispetto a persone della loro età, ma anche a chi di anni ne ha la metà. Dunque persone molto anziane, ma attivissime mentalmente. E questo anche se la maggior parte degli anziani presi in esame fumavano, bevevano, non avevano certo il chiodo fisso del peso forma, prendevano caffè, amavano stare in compagnia. Da che dipende la loro super mente? Dalla presenza nel cervello in proporzione elevata di uno speciale neurone chiamato “von Economo”.
Lo studio spiega come la mente di queste persone di ben oltre 80 anni che hanno fatto parte della ricerca si sia mantenuta del tutto lucida. Molto più di quanto si aspettassero i ricercatori, i quali rivelano che, esaminando il cervello di 10 di questi soggetti dopo la loro morte, ed avendoli studiati prima per anni, hanno osservato che avevano più neuroni “von Economo”, un tipo di cellula cerebrale che si pensa aumenti le capacità cognitive e comunicative.
Una delle regioni cerebrali in cui si trovano questi neuroni è un’area considerata importante per l’attenzione e per la memoria, nota come cingolato anteriore. Un’area risultata più spessa nei soggetti esaminati rispetto agli 80enni medi. Ma ci sono anche altre differenze. Il tasso di assottigliamento cognitivo negli 80enni medi, spiegano gli studiosi, è di quasi due volte e mezzo rispetto a quello dei superagers scoprendo anche che nel loro cervello c’era anche una proteina nota come amiloide, una sostanza che può aggregarsi e che può causare le placche legate all’Alzheimer. Nonostante questo, però, gli ultra 80enni studiati mantenevano capacità cognitive e mnemoniche. Proprio come se fossero resilienti alla demenza. Questi risultati, secondo i ricercatori, potrebbero essere utili per capire come migliorare in generale il processo di invecchiamento e prevenire o trattare le malattie legate alla vecchiaia.