La Conferenza Unificata ha dato il via libera di Regioni ed autonomie locali al riparto del fondo nazionale per le politiche sociali e del fondo per le non autosufficienze per l’anno 2014. Nell’occasione la Conferenza delle Regioni ha però rappresentato al Governo, con un documento la necessità di un’intesa quadro sulle politiche sociali che tenda a porre fine alla frammentarietà degli interventi. “Intesa – si legge nel comunicato – preliminare a quella prevista all’articolo 13 del Dlgs 68/2011, atta ad individuare i Livelli essenziali delle prestazioni cui lo Stato deve garantire per competenza adeguate risorse”.
Cinque i macro-obiettivi di servizio individuati dalle Regioni – tenendo presente l’attuale situazione di crisi economica – dopo un lungo lavoro di ricognizione e razionalizzazione delle attività svolte a livello locale, sostenuto anche dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:
- servizi per l’accesso e la presa in carico dalla rete assistenziale;
- servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio;
- servizi a carattere comunitario per la prima infanzia;
- servizi a carattere residenziale per le fragilità;
- misure di inclusione sociale e di sostegno al reddito (ambiti che possono rispondere bisogni dell’infanzia alle responsabilità familiari, alle persone con disabilità e a quelle non autosufficienti).
Le autonomie locali, pur con esigenze di maggior dettaglio, hanno condiviso la metodologia seguita per l’individuazione dei macro obiettivi e, anche da parte loro, si ribadisce l’esigenza di poter disporre di finanziamenti “certi”, in modo da programmare con respiro la stabilità del sistema sociale e sociosanitario per tutte quelle competenze che vanno ad integrarsi con il sistema della salute.
Le Regioni, inoltre, chiedono:
- una stabilità almeno triennale e incrementale a partire dal 2014, dei finanziamenti statali riguardanti – in senso lato – gli interventi sociali, con particolare riferimento al Fondo nazionale per le Politiche sociali e al Fondo per le non autosufficienze, individuando una dimensione finanziaria accettabile per stabilizzare, almeno a un livello minimo gli obiettivi di servizio, quella del 2009 (520 milioni di euro per le politiche sociali e 400 milioni per la non autosufficienza);
- l’erogazione dei fondi nei primi mesi dell’anno, in vista di una programmazione triennale/annuale dei servizi;
- la valorizzazione concreta di politiche integrate, anche con l’apporto di altri ministeri (Salute e Lavoro);
- un maggiore coinvolgimento dei Comuni.
Infine, le Regioni concordano sulla necessità di individuare per le politiche sociali indicatori di bisogno, articolati per le macro-aree degli obiettivi di servizio, sulla definizione di costi standard e sull’implementazione del Sistema informativo dei servizi sociali e la valorizzazione concreta di politiche integrate, anche con l’apporto di altri ministeri sotto il profilo della Salute (nuovo Patto per la Salute) per tutte le fragilità e per la non autosufficienza, sotto il profilo del Lavoro.
Potrebbe interessarti:
- Le politiche sociali: Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha riassunto i risultati dell’attività nel 2013 in questo campo
- Fondi nazionali per le politiche sociali e per le non autosufficienze
- Tra l’incudine e il martello. Regioni e nuovi rischi sociali in tempo di crisi
- Presentata la seconda indagine sulle prospettive del welfare realizzata da Censis e Forum Ania-Consumatori. Gli italiani chiedono un nuovo sistema di welfare