Robot badante, anziani indipendenti più a lungo
- Anap
Robot badante, ovvero come rendere gli anziani indipendenti più a lungo. Con la vita che si allunga, nei prossimi anni i robot per anziani diventeranno essenziali perché chi non è più giovane si senta meno solo e più autosufficiente. La robotica è impegnata nello sviluppo di progetti che consentiranno a breve di mettere l’intelligenza artificiale al servizio della terza e di quella che viene considerata ormai la quarta età.
Robot badante: arriva GrowMu
I progetti che istituzioni e aziende di robotica stanno portando avanti in questi anni sono tanti. GrowMu è il nome di un robot badante che potrebbe essere utilizzato in centri per anziani e strutture sanitarie entro pochi anni, figlio di un progetto dell’Unione Europea. Lo scopo di questo robot per anziani è appunto quello di prendersi cura di chi non è più giovane e ha problemi fisici e cognitivi. Ecco come dovrebbe funzionare GrowMu. Lo scopo di questo robot è quello di dare più indipendenza agli anziani, ricordargli il momento in cui prendere la medicina, dare l’allarme nel caso sia necessario. GrowMu parlerà e risponderà come noi, apprenderà dall’esperienza e si adatterà anche ai cambiamenti di esigenza delle persone che assiste. Potrà anche comunicare e scambiare dati con altri robot simili.
Robot badante: ecco Romeo
Aldebaran Robotics, azienda francese vuole affidare il ruolo di badante robot al suo più avanzato umanoide: Romeo robot. Romeo è un umanoide dall’aspetto molto simpatico e accattivante, è alto 146 centimetri e pesa 36 chili. Le sue funzioni, una volta perfezionato, dovrebbero essere simili a quelle di GrowMu. Dovrebbe essere pronto per “lavorare” in case di riposo e ospedali da quest’anno. Anche il “fratello” di Romeo, Pepper Robot, è stato utilizzato in Giappone per allenare il fisico e la mente degli anziani.
Robot badante: Robot-Era e gli altri
Obiettivi simili anche per un altro progetto europeo che si chiama Robot-Era ed è stato coordinato dall’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Più che di un robot badante parliamo in questo caso di tre robot, ciascuno con funzioni diverse, ma tutti con un unico obiettivo: migliorare la qualità della vita di un anziano, facendo fronte a tutte le sue esigenze.
Robobear è invece un orso robot forte, ma dal tocco gentile che può essere utilizzato per sollevare anziani, disabili e ammalati, per esempio da un letto. Oltre ai progetti specifici sui robot e gli anziani, molti social robot prevedono funzioni pensate proprio per chi non è più giovane.
R1, il robot badante italiano
L’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha realizzato R1, un personal umanoide che potrà essere utilizzato anche nelle case di riposo per anziani come robot badante. Si tratta di una macchina sofisticata, che metterà in pratica molti dei risultati raggiunti con iCub il robot bambino, frutto di molti anni di test e ricerche, e sarà capace di rendersi utile a tutti i componenti della tua famiglia, qualunque età essi abbiano.
Il badante robot per anziani malati di Alzheimer
Si chiama Mario ed è un progetto per la realizzazione di un robot badante per anziani malati di Alzheimer. Il nome Mario è legato in realtà a un progetto europeo “Managing Active and healthy aging with use of caRing servIce robots” che punta proprio a realizzare un badante robot che assiste chi non è più giovane e sia malato di Alzheimer, un robot da compagnia che ricordi agli anziani di prendere una medicina, che li aiuti a sentirsi meno soli e a uscire dal loro isolamento, a essere più indipendenti, a usare le nuove tecnologie anche per restare in contatto con amici e parenti che potranno essere informati da questo robot nel caso in cui l’anziano abbia un malore. Mario si basa sulla piattaforma robotica Kompai, un robot realizzato per la prima volta nel 2009 e in via di perfezionamento. Il progetto coinvolge una serie di enti europei, alcuni dei quali italiani.
Fonte: Robotik