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Il grande bazar degli acquisti per la sanità nazionale sta per chiudere. Da quest’anno farmaci e vaccini, defibrillatori e peacemaker, protesi e stent potranno essere acquistati dalle Asl e dagli ospedali solo attraverso le centrali uniche d’acquisto indicate dalla Legge di Stabilità, appena 33, rispetto ai 35 mila centri d’acquisto attuali. E a marzo la Consip lancerà il primo bando per l’acquisto della siringa “nazionale”.

Un’unica gara, un unico fornitore per aghi e siringhe acquistati finora ai prezzi più disparati, come la monouso da 10 ml che qualche Asl paga 3 centesimi ed altre 7. La gara dovrebbe valere 60-70 milioni di euro, e dopo aghi e siringhe altre seguiranno. Solo nella sanità, da quest’anno, saranno canalizzati obbligatoriamente nelle centrali uniche 12,8 miliardi di spesa, 9,6 per l’acquisto di beni, e 3,2 di servizi come lavanderia, ristorazione, smaltimento rifiuti, pulizia, gestione degli apparecchi elettromedicali. È il 51% della spesa complessiva per i beni e servizi della sanità italiana, che fino a ieri veniva gestita in quasi totale autonomia dalle aziende sanitarie.

Oggi ogni Regione ha un’unica centrale, poi ci sono le nove delle città metropolitane, le due delle province e la Consip nazionale. Tra pochi giorni verrà pubblicato il Decreto di Matteo Renzi con il quale saranno indicate le 19 categorie di beni e servizi che dovranno essere acquistate dalla pubblica amministrazione solo attraverso le 33 centrali uniche, tra i quali appunto quelli della sanità.

“È un’ipotesi realistica pensare a un ulteriore risparmio di circa il 10% sui prezzi”, dice il commissario alla spending review, Yoram Gutgled. “L’obiettivo – aggiunge – è quello di canalizzare nelle centrali uniche, in pochissimi anni, 50 dei 130 miliardi della spesa dello Stato per beni e servizi”.

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