La prima edizione del Welfare Day è stata dedicata alle “Prospettive evolutive del sistema di welfare contrattuale“.
Quest’anno il Welfare Day è stato maggiormente focalizzato sul tema dell’assistenza sanitaria di secondo pilastro con l’obiettivo di fare il punto sull’attuale ruolo dei Fondi Sanitari nell’ambito del nostro sistema di welfare. In tale occasione, è stata presentata una Ricerca sviluppata dal Team Attuariale di RBM Salute e Munich Re, in collaborazione con il CENSIS, intesa ad approfondire l’effettivo ruolo attualmente svolto dai Fondi Sanitari tra integrazione, sostituzione e complementarietà. Ma non solo.
“Il life motive scelto per questa iniziativa – ha sottolineato Marco Vecchietti – Direttore Generale della Previmedical – è ”la persona prima di tutto”, con l’obiettivo di rimarcare che la centralità della persona debba rappresentare la direttrice principale in qualsiasi azione di rivisitazione dei termini del patto sociale su cui si fonda la coesione della nostra società”.
Ma riassumiamo, in breve, quanto emerso dallo studio del Censis. La sanita’ e’ negata a 9 milioni di italiani. Frena la spesa pubblica, esplode la spesa privata (+25,5% negli ultimi dieci anni). E chi non puo’ pagare di tasca propria rinuncia alle prestazioni. Per il futuro una sanita’ equa e sostenibile non potra’ piu’ quindi fare a meno dei Fondi integrativi.
Più di 9 milioni di italiani dichiarano di non aver potuto accedere ad alcune prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno per ragioni economiche. E 2,4 milioni sono anziani, 5 milioni vivono in coppia con figli, 4 milioni risiedono nel Mezzogiorno. Piani di rientro e spending review hanno determinato un crollo verticale del ritmo di crescita della spesa pubblica per la sanita’. Si è passati da un tasso di incremento medio annuo del 6% nel periodo 2000-2007 al +2,3% del periodo 2008-2010. La flessione si registra soprattutto nelle regioni con piano di rientro, dove si e’ passati dal +6,2% all’anno nel periodo 2000-2007 a meno dellֵ% di crescita media annua nel periodo 2008-2010.
La spesa sanitaria privata invece e’ aumentata piu’ che nel periodo pre-crisi: +2,2% medio annuo nel periodo 2000-2007 e +2,3% negli anni 2008-2010 (l’incremento complessivo nel periodo 2000-2010 e’ stato del 25,5%). E il 77% di coloro che ricorrono al privato lo fa a causa della lunghezza delle liste d’attesa. Per il 31,7% degli italiani, la sanita’ nella propria regione e’ in peggioramento, con un balzo di 10 punti percentuali in piu’ nel 2012 rispetto al 2009, quando a sostenere questa tesi, erano il 21,7%. Le persone che avvertono invece un miglioramento sono diminuite di oltre 7 punti percentuali.
Nel 2015 e’ previsto un gap di circa 17 miliardi di euro tra le esigenze di finanziamento della sanita’ e le risorse disponibili nelle regioni. I tagli alla sanita’ pubblica abbassano la qualita’ delle prestazioni e generano iniquita’. Per questo, spiega il Censis, e’ prioritario trovare nuove risorse aggiuntive per impedire che meno spesa pubblica significhi piu’ spesa privata e meno sanita’ per chi non puo’ pagare.
La sanita’ complementare in Italia e’ un universo composto da centinaia di Fondi integrativi, a beneficio di oltre 11 milioni di assistiti, che svolgono un ruolo ampiamente sostitutivo e colmano i vuoti dell’offerta pubblica. In oltre il 55% dei casi gli importi stanziati dai fondi sono andati in prestazioni sostitutive al servizio pubblico come il ricovero ospedaliero o il day hospital.
Tra le varie tipologie di Fondi integrativi esistenti, sono i Fondi aziendali, rispetto a quelli istituiti dalla contrattazione collettiva nazionale, a garantire in misura maggiore la copertura anche alle famiglie degli iscritti (inclusi i piu’ vulnerabili, minori e anziani). Per la Confartigianato è intervenuto il Dott. Riccardo Giovani il quale ha preannunciato che anche l’artigianato arriverà, entro l’anno, alla costituzione di un Fondo Sanitario Nazionale integrativo contrattuale che interloquirà con il territorio attraverso la contrattazione regionale.
Nel corso del dibattito sono emersi altri spunti interessanti. In particolare si è posto l’accento sull’esigenza di sviluppare la prevenzione e di puntare sulla responsabilità dei cittadini perché adottino stili di vita adeguati (al riguardo sono state riportate iniziative prese da alcuni Stati con l’introduzione di tasse di scopo proprio per indurre a comportamenti virtuosi). Ma il problema principale è quello connesso all’invecchiamento della popolazione e quindi dell’esigenza di studiare a tempo soluzioni strutturali che vadano incontro al problema della non autosufficienza che si accentuerà col tempo. Altrimenti dovranno essere sempre le famiglie a sostenerne principalmente gli oneri, come già avviene ora.