Il report europeo Health at a Glance, della Commissione Europea, mette in evidenza un confronto descrittivo dei vari paesi UE per misurare lo stato di salute dei cittadini e i progressi dei vari sistemi sanitari.
L’edizione del 2018, pubblicata recentemente, è suddivisa in due grandi parti tematiche che si focalizzano sulla promozione di una migliore salute mentale che le agende dei servizi sanitari nazionali europei devono prevedere e una serie di strategie per ridurre gli sprechi in ambito sanitario. Al riguardo di questa seconda parte del report, sono presentate le tendenze recenti che emergono dagli indicatori di stato di salute, i fattori di rischio, efficacia/qualità dell’offerta sanitaria, l’accesso alle cure e la spesa (tutti dati europei liberamente accessibili).
Il report è inserito all’interno di un’interessante iniziativa della Commissione europea chiamata “Stato di salute nella UE” che fornisce a responsabili politici, gruppi di interesse e operatori sanitari dati concreti e comparativi e informazioni sulla salute e i sistemi sanitari dei paesi dell’UE. La qualità dei dati e delle riflessioni proposte della Commissione è garantita da una stretta e continua collaborazione con partner come l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e l’Osservatorio europeo delle politiche e dei sistemi sanitari.
L’aspetto importante dell’iniziativa è sicuramente l’impostazione delle varie pubblicazioni che intendono intervenire attivamente in vari punti del ciclo di trasferimento di conoscenza tra sistemi sanitari, stakeholders e decisori. Il ciclo è stato sviluppato a fasi biennali così suddivise:
- La serie di relazioni Health at a Glance: Europe, elaborata dall’OCSE che fornisce un punto di partenza orizzontale;
- I profili sanitari per paese individuali, adattati al contesto e alle specificità di ciascun paese dell’UE che valutano i punti di forza e le sfide dei rispettivi sistemi sanitari.
- Una relazione di accompagnamento, pubblicata insieme ai profili sanitari per paese, trae conclusioni trasversali cge collega le priorità politiche comuni ai vari paesi dell’UE;
- Al termine del ciclo di due anni, le autorità sanitarie dei paesi dell’UE possono richiedere degli scambi volontari con gli esperti che si sono occupati dello stato della salute nell’UE per discuterne i risultati e le possibili risposte politiche.
La ricerca è effettuata da esperti nel campo della sanità ed è intesa a sostanziare e sostenere i processi decisionali, non a formulare raccomandazioni. Il ciclo è allineato agli obiettivi strategici stabiliti nella comunicazione della Commissione del 2014 relativa a sistemi sanitari efficaci, accessibili e resilienti.
Il miglioramento della salute mentale: La prima parte di questa pubblicazione mette in evidenza l’importanza di dare maggiore priorità alla promozione della salute mentale. Secondo stime recenti, nel 2016, nei paesi della UE più di 1 persona su 6 è affetta da un problema di salute mentale per un totale di circa 84 milioni di persone e nel 2015 vi sono stati 84.000 decessi attribuibili a suicidi e a malattie mentali. I costi economici e sociali delle malattie mentali sono molto elevati, tale che si stima superino il 4% del PIL in tutti i 28 paesi della UE. 190 miliardi sono spesi per l’assistenza sanitaria, 170 miliardi in programmi di sicurezza sociale e 240 in costi diretti per il mercato del lavoro (minore tasso di occupazione o produttività dei soggetti).
Anche se molti paesi hanno messo in atto numerose politiche e programmi per il trattamento della malattia mentale ad ogni età, ancora molto deve essere fatto in chiave salutogenica: la salute mentale è fondamentale per il benessere individuale e la partecipazione alla vita sociale ed economica dei cittadini. Il pesante costo individuale, economico e sociale dei problemi di salute mentale pssono essere evitati.
Ridurre gli sprechi: I dati prendono in considerazione quei casi in cui le analisi o le cure non erano necessarie, oppure l’assistenza sarebbe potuta intervenire con risorse meno costose. Secondo le stime dei dati UE un quinto della spesa sanitaria è sprecato e potrebbe essere ridotto o elminato senza compromettere la qualita dell’assistenza. I ricoveri potenzialmente evitabili per patologie croniche (es. asma o diabete) o le dimissioni posticipate senza motivo, costano più di 37 milioni di euro in tutta la UE. Le spese farmaceutiche non sono ancora ottimizzate per la riduzione di sprechi e l’ottimizzazione (medicinali generici, prescrizioni razionali,…).
In realtà in Italia la spesa pubblica per la sanità è tra le più basse d’Europa, al contrario cresce quella che i cittadini devono tirare fuori singolarmente dalle proprie tasche. Nonostante questo, dai dati emergono comunque buoni risultati di salute con un’aspettativa di vita che si conferma tra le più alte in Europa.
La prevenzione rimane una priorità: Il rapporto mette in luce ancora alcuni elementi critici relativi alla salute dei cittadini europei come la permanenza di grandi disuguaglianze che hanno rallentato l’aumento dell’aspettativa di vita. Inoltre, nonostante si rileva una diminuzione nella maggior parte dei paesi UE di consumo di tabacco e di alcol, rimangono ancora, insieme alla diffusione dell’obesità negli adulti, decisivi fattori di rischio sui quali è importante investire ancora molto per la prevenzione.
Per maggiori dettagli ed eventuali approfondimenti, rendiamo disponibili in fondo all’articolo tutti i documenti relativi la pubblicazione in versione originale e con tutti i dati liberamente disponibili.
Fonte: DORS
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