(IN)DIFESA è l’evento realizzato da Confartigianato Forlì il 19 novembre per affrontare un tema difficile come quello della violenza. Una platea numerosa e attenta che per quasi due ore ha ascoltato, con emozione e partecipazione, le testimonianze dei professionisti in prima linea a fianco di chi è vittima di abuso. Introdotto da Luca Morigi come presidente di Confartigianato di Forlì e dai saluti della presidente di Donne Impresa, Diana Lolli, l’evento è stato moderato da Elena Zanetti, coordinatrice del movimento che rappresenta le imprenditrici associate.

Tra le partecipanti alla tavola rotonda Andrea Cintorino, assessora del Comune di Forlì che ha chiarito l’impegno dell’amministrazione comunale a supporto delle vittime di violenza e i progetti messi in campo per prevenirla, seguita da Giulia Civelli direttrice del Centro Donna Forlì che ha sintetizzato le numerose attività che il centro porta avanti, anche grazie al costante dialogo con le forze dell’ordine, una sinergia di intenti a tutela delle oltre trecento persone che annualmente si rivolgono alle consulenti del centro.

Toccante la testimonianza del vice Ispettore della Polizia di Stato Tamara Fanelli che, illustrando la novità delle misure monitorie per stalking e violenza, ha evidenziato le difficoltà che spesso le vittime affrontano nel denunciare, sopraffatte da paure e sensi di colpa. Ha sottolineato anche il ruolo fondamentale che può giocare chi assiste a queste situazioni, si può dare avvio alla misura monitoria anche denunciando, con garanzia di anonimato, in Questura.

La consulente legale Maria Giuditta Mazzoli ha posto l’accento sulle novità introdotte nel 2019 con il “Codice rosso” ricordando che le vittime durante il procedimento penale sono spesso sottoposte a forme di violenza silenziosa, anche attraverso i figli o atti che turbino lo stato emotivo della vittima per indurla a non proseguire l’azione legale.

La psicologa Silvia Succi ha esordito spiegando la differenza tra violenza, conflitto e aggressività. La violenza è un’esperienza quotidiana di agiti che hanno un andamento ciclico: dal litigio, alla violenza alla presa di coscienza da parte dell’abusante che chiede perdono dando avvio alla fase definita “luna di miele”, che, tuttavia, diviene sempre più breve, accompagnata da una violenza crescente. Dipendenza affettiva, violenza psicologica, annullamento della persona, che si sente incapace di affrontare la vita senza il carnefice. Un percorso lungo e che spesso vede ripensamenti della vittima che torna dal proprio aguzzino, per rendersi conto che la situazione è insostenibile e scapparne nuovamente. Ma un tunnel dal quale si può e si deve uscire.

Al termine delle esposizioni sono intervenuti anche il Vescovo Livio Corazza che rilevato l’importanza di tenere alta l’attenzione per contrastare ogni forma di violenza e il Questore di Forlì-Cesena Claudio Mastromattei che ha ribadito come, per evitare che la situazione degeneri mettendo a rischio l’incolumità della persona, si possa fare molto, avendo fiducia nelle forze dell’Ordine.

L’ammonimento del Questore è, infatti, una efficace forma alternativa di tutela, per dissuadere lo stalker a continuare a offendere la vittima, una sorta di cartellino giallo che renda coscienti della propria condotta molesta per farla cessare.

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