In Piemonte, nel 2022, le persone con 65 anni e più sono oltre 1.120 mila pari al 26,4% della popolazione complessiva. La quota di persone con 65 anni e più è crescente ovunque ma in Piemonte la dinamica di questo indicatore è peggiore (solo la Liguria e il Friuli-Venezia Giulia hanno una quota anziani over 65 più elevata). Si segnala, inoltre, la forte crescita degli ultraottantenni nel trentennio da 198mila nel 1992 a 375mila nel 2022. Cresce pertanto la quota di popolazione più fragile e bisognosa di servizi (sanitari e assistenziali).

Le previsioni Istat segnalano un’amplificazione del processo di invecchiamento: nel 2043 oltre un piemontese su 3 avrebbe almeno 65 anni. I giovani diminuirebbero di oltre 90mila unità, al contrario i grandi anziani aumenterebbero di circa 88mila unità. (*Fonte Demos Piemonte su dati Istat).

“Le attuali conoscenze scientifiche evidenziano, commenta Gigliola Braga psicologa nutrizionista, come il cibo possa interferire in modo significativo, assieme alle attività fisica e intellettiva, con il benessere e l’invecchiamento umano che sono realtà condizionabili dallo stile di vita. L’obiettivo di un invecchiamento di successo è possibile rallentando la perdita naturale e progressiva di funzionalità e procrastinando le eventuali patologie legate alla genetica o tipiche dell’età come i problemi cardiovascolari, le malattie metaboliche, le patologie neurovegetative, ecc…

Oggi si usa il termine nutraceutica per indicare gli alimenti che esercitano un effetto positivo sul benessere, sulla salute, sulla prevenzione, sul trattamento delle patologie grazie ad alcune loro peculiari caratteristiche. Si parla quindi di super-food cioè di cibi in grado di creare un ambiente biologico favorevole nel corpo umano, ma anche capaci di stimolare le cellule a produrre sostanze protettive per l’organismo. È quanto succede per esempio con alcuni acidi grassi come gli omega-3 e con i polifenoli, sostanze di origine vegetale che “parlano” alla nostra biochimica per indurla a produrre molecole antiossidanti e antinfiammatorie e ad aumentare lo stato energetico cellulare direttamente connesso con la funzionalità organica. L’aspetto antinfiammatorio assume un’importanza particolare per contrastare gli effetti dell’età”.

Per quanto riguarda, invece, il decreto Legislativo approvato dal Governo per dare attuazione alla Legge delega anziani numero 33, Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte e Giuseppe Falcocchio, Presidente ANAP Piemonte commentano: “è un passo importante per costruire in Italia un sistema efficace nel dare supporto a quasi 4 milioni di anziani non autosufficienti e alle loro famiglie e nel promuovere un invecchiamento sano ed attivo. Quando si parla di milioni di non autosufficienti e fragili, una riflessione sui conti ci sembra sia doveroso: più gli anziani invecchiano in salute e meno si spende. Dobbiamo constatare, però, che la delega è stata esercitata dal Governo talvolta parzialmente, lasciando pezzi importanti della legge 33 non attuati. Ci si domanda se il Governo sia a conoscenza del fatto che una badante in regola costa, tra stipendio, tredicesima, ferie, TFR e contributi, più di 2.000 euro al mese. Auspichiamo che il Governo possa compiere una revisione del decreto perché sia in linea con le previsioni più innovative della legge-delega, evitando di vanificare gli sforzi che si sono fatti congiuntamente con l’approvazione della Legge 33 per allineare finalmente l’Italia al passo con gli altri Paesi europei. Su questa strada siamo sempre disposti a dare la nostra piena collaborazione”.

L’ANAP prende atto della prudenza con cui il Governo ha predisposto il decreto, dovuta certamente ad una situazione finanziaria del nostro Paese non florida e alle difficoltà nel reperire risorse. Tuttavia, sarebbe stata – ad avviso dell’ANAP – necessaria una formulazione del decreto più adeguata a sviluppare il progetto che è contenuto nella Legge 33, dando solidità agli importanti principi che vi vengono affermati, che sono stati condivisi pienamente dal Patto, mettendo maggiormente a frutto le pur limitate risorse già stanziate e rimandando eventualmente ad un secondo tempo lo stanziamento di ulteriori finanziamenti, che pure sono necessari affinché la legge sia attuata.

Questi sono alcuni punti di criticità del decreto:

  1. La nuova Governance per l’assistenza, in merito alla quale dovrebbe essere rafforzato lo SNAA (Sistema Nazionale per la Popolazione Anziana non Autosufficiente) affinché preveda la programmazione integrata di tutti gli interventi a titolarità pubblica per la non autosufficienza;
  2. L’Assistenza domiciliare, per la quale potrebbero essere individuati alcuni criteri vincolanti per l’assistenza verso i non autosufficienti, senza rimandare a successivi provvedimenti;
  3. La riqualificazione delle strutture residenziali, mentre il decreto prevede solo prime indicazioni di merito e rimanda l’attuazione a successivi provvedimenti;
  4. La nuova prestazione universale per la non autosufficienza, che si limita ad una inadeguata e molto circoscritta sperimentazione.
    Riguardo a quest’ultimo punto, il Governo ha messo così tanti paletti nella sperimentazione della misura – soggetti over 80, disabilità gravissima, ISEE inferiore a 6.000 euro annui – che l’importo aggiuntivo di 850 euro all’indennità di accompagnamento non spetterebbe neanche ai pensionati al minimo. Pesa, inoltre, l’ulteriore paletto che costringe a spendere la somma per pagare una badante regolare, pena la revoca del beneficio.
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