L’Inps, l’Istat e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali hanno presentato il terzo Rapporto sulla coesione sociale. Tre sono i dati che maggiormente ci interessano:
Ammonta a circa 469 miliardi di euro la spesa per la protezione sociale sostenuta in Italia nel 2011, pari al 29,7% del Pil. E’ quanto rileva l’Annuario statistico dell’Istat. Quasi 438 miliardi (93,2% della spesa totale) sono stati spesi, si legge sempre nel rapporto, dalle amministrazioni pubbliche, destinati per 418 miliardi alle prestazioni per i cittadini (lֵ,4% in piu’ dell’anno precedente), con un’incidenza del 26,5% sul Pil. Piu’ di due terzi della spesa per prestazioni delle amministrazioni pubbliche si concentra nella previdenza (67,2%), alla sanita’ e’ destinato il 24,9% e all’assistenza il restante 7,9%. L’incidenza sul prodotto interno lordo e’ pari al 17,8% per la previdenza, al 6,6% per la sanita’, al 2,1% per l’assistenza.
Aumentano gli italiani a rischio povertà o esclusione sociale: il relativo indicatore sintetico ’Europa 2020’ è cresciuto dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011. E’ questo uno dei dati evidenziati dal rapporto sulla coesione sociale varato da Istat, Inps e ministero del Lavoro. La variazione negativa di 3,3 punti percentuali è la più elevata registrata nei Paesi Ue.
Circa 7,9 milioni di pensionati in Italia ha un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese. Si tratta del 47,5% dei pensionati (16,69 milioni a fine 2011). Il 37,7% dei pensionati percepisce un reddito fra mille e duemila euro, mentre il 14,5% dei pensionati ha un reddito superiore a duemila euro. Dal 2009 al 2011, grazie alle riforme il numero dei pensionati è diminuito mediamente dello 0,4%.
Il rapporto è consultabile sul sito del Ministero della Salute.