La legge di stabilità varata dal Senato ed ora all’esame della Camera contiene delle novità per quanto riguarda il welfare che più avanti riportiamo in sintesi. Al riguardo, come Anap non possiamo che ribadire come il Governo ed il Senato abbiano, ancora una volta, “volato basso” nel campo del sociale, rinunciando a prendere impegni più significativi in favore soprattutto dell’assistenza ai cittadini più svantaggiati (i Fondi per la non autosufficienza sono pressochè simbolici così come quelli per contrastare la povertà). Di contro, si torna a far cassa con i pensionati, limitandone la perequazione e quindi riducendo ulteriormente il loro potere d’acquisto. C’è da sperare che nel passaggio in sede di Camera dei Deputati si riesca a migliorare la situazione. E l’Anap si batterà per questo.
Sanità: L’attività di monitoraggio e di revisione dei fabbisogni e dei costi standard di Regioni e enti locali dovrà essere completata entro il 2015. Viene stabilito il taglio di 1,150 miliardi al Fondo sanitario per il biennio 2015/2016 a seguito delle misure di tagli sul Pubblico Impiego che riguardano anche il personale sanitario dipendente e convenzionato; per contro vengono finanziati, dal 2014 al 2024, i policlinici privati per 400 milioni di euro (50 milioni nel 2014).
Inoltre viene istituita l’Anagrafe nazionale degli assistiti al fine di rafforzare il monitoraggio della spesa sanitaria, accelerare l’automazione amministrativa e migliorare i servizi per i cittadini e la PA. L’Agenzia subentrerà alle anagrafi e agli elenchi degli assistiti delle singole Asl che manterranno però la titolarità dei dati e ne dovranno comunque assicurare l’aggiornamento.
Non autosufficienza: Per i non autosufficienti sono stanziati complessivamente 350 milioni di cui 75 (aggiuntivi rispetto ai 275 di un primo emendamento dei relatori) per l’assistenza domiciliare.
Pensioni: La legge di Stabilità dispone per il triennio 2014-2016 una perequazione limitata anche sulle pensioni di importo fra 3 e 6 volte il minimo, negandola per quelle superiori a sei volte. L’adeguamento al costo della vita sarà quindi del 100% per i trattamenti fino a tre volte il minimo (1.486,29 euro lordi al mese). Per quelle fra 3 e 4 volte il minimo (1.486,29 – 1.981,72 euro) la rivalutazione sarà del 90% «con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi». Sempre sull’intero importo, l’aumento sarà del 75% per le pensioni fra 4 e 5 volte il minimo (1.981,72 – 2.477,15 euro lordi) e del 50% su quelle fra 5 e 6 volte il minimo (2.477,15 – 2.972,58 euro lordi) mentre sulla parte eccedente 6 volte non ci sarà alcun aumento. Ma torna anche il contributo di solidarietà sulle cosiddette pensioni d’oro che solo lo scorso giugno la Corte costituzionale aveva cancellato. Questa volta sarà del 6-12 per cento sugli importi superiori a 6.936 euro lordi al mese (90.168 euro all’anno). È ancora in vigore, invece, il contributo di solidarietà fissato da Monti per i pensionati dei fondi speciali: Trasporti, Elettrici, Telefonici, Volo, ex Inpdai. Il prelievo oscilla tra lo 0,3% e l’1% della pensione in base agli anni di contribuzione versati prima del 1996. Sono escluse dal contributo le pensioni fino a 5 volte il minimo.
Iuc: Dal prossimo anno dovrebbe entrare in vigore la Iuc. Avrà tre componenti: la prima l’Imu, che non si pagherà sulla prima casa, la seconda la Tari, sulla raccolta di rifiuti e quindi la Tasi, sui servizi indivisibili. Su quest’ultima arrivano le detrazioni, le sceglieranno i comuni che avranno per questo 500 milioni di disposizione. Al di là delle sigle, saranno i Comuni a decidere aliquote ed esenzioni sulla base di una griglia standard definite con la legge di Stabilità.
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