Il prelato l’ha incontrato 10 volte. “Così semplice che non capii che era cardinale“. Udienza “prenotata” dagli artigiani pensionati. Martedì messa di ringraziamento.
Il 28 febbraio il vescovo della diocesi di Concordia-Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini, aveva concelebrato con l’emerito monsignor Ovidio Proletto e i sacerdoti diocesani, una messa di ringraziamento per la conclusione del pontificato di Benedetto XVI. Martedì 19 Marzo, in occasione dell’inizio ufficiale del pontificato del successore, Papa Francesco, il clero diocesano e i fedeli torneranno a incontrarsi nella concattedrale di San Marco, a Pordenone, per un’altra celebrazione che comincerà alle 20.
Dopo il primo commento a caldo, il presule ha affidato al sito della diocesi un commento sull’elezione di Bergoglio al soglio pontificio.
“E’ con emozione e anche con gioia – scrive -, che accogliamo il dono del nuovo pastore per la Chiesa universale”. Lo Spirito Santo ha scelto “l’uomo giusto al momento giusto”. così come nel “recente tempo storico”.
I primi pordenonesi, intanto, si preparano a partire per la Capitale, per i primi appuntamenti del nuovo pontefice. I soci dell’Anap, l’associazione nazionale artigiani pensionati di Confartigianato, saranno accolti in udienza il 25 Aprile, spiega il Presidente provinciale Giuseppe Sartini. Dal 23 al 25, infatti, in occasione del quarantesimo anniversario di fondazione dell’Anap, è stato organizzato un viaggio a Roma e a Città del Vaticano.
Nella diocesi di Concordia-Pordenone non vi sono gesuiti, ma un sacerdote ha incontrato il nuovo pontefice una decina di volte concelebrando alcune Messe. Si tratta Monsignor Bruno Flavio Pighin, colui che ha riscoperto anche la figura del cardinale Celso Costantini. Per tre anni si era trasferito a Roma, alla vigilia del Duemila, per compiere studi giuridici.
“Risiedevo nella casa internazionale del clero. Quando arrivava dall’Argentina – racconta – veniva spesso in quella casa. Una decina di volte, senza preordinare nulla, abbiamo celebrato insieme, cenato, pranzato, dialogato. Non lo riconobbi subito come cardinale in quanto vestiva come un sacerdote “semplice”. Un giorno, però. sentii che fu definito “Sua Eminenza” e ci presentammo. E’ di una umiltà e semplicità impressionanti: ha sempre voluto che presiedessi io la celebrazione. Per Roma girava sempre da solo, non voleva assistenti”. I loro dialoghi erano incentrati sulle figure di Francesco Saverio e Francesco d’Assisi: “Il primo mostrò grandi aperture verso l’Asia e quindi la Cina e l’India, il secondo si caratterizzo per la povertà”. Monsignor Pighin racconta un altro annedoto: “Quando venne designato vescovo di Buenos Aires inviò a tutti i sacerdoti una lettera col suo numero diretto di cellulare: “Chiamatemi per qualsiasi necessità”, aveva esortato i suoi sacerdoti”. Un altro sacerdote diocesano ha stretto la mano al pontefice, quand’era cardinale, a Buenos Aires. E’ padre Igor Simonovis, rettore del santuario di Madonna di Strada, a Fanna. In questi giorni si trova in ritiro spirituale in Trentino: un anno fa ebbe l’occasione di salutarlo durante un’assemblea di vescovi.