Le malattie croniche dell’intestino
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La variazione delle abitudini alimentari degli ultimi anni ha portato ad un aumento generalizzato di allergie e intolleranze alimentari. L’aumento del consumo di carne rossa, di bevande gassate e dei conservanti contenuti negli alimenti produce infatti uno stato infiammatorio che rende più permeabile la barriera intestinale a sostanze che possono provocare intolleranze ed allergie.
In primis questo stato facilita il passaggio della gliadina, proteina contenuta nel grano responsabile della celiachia, con un forte aumento dei casi che insorgono in età adulta. Per questo si consiglia una alimentazione ricca di sostanze antiossidanti (diversi articoli sono stati dedicati in passato all’alimentazione, con particolare riguardo per antiossidanti, omega 3 in primis, e preziosi integratori come l’olio di semi di canapa sativa di produzione italiana che tra breve sarà in commercio ndr.). Infatti il mantenimento di un basso livello di ossidazione nell’organismo si traduce una proporzionale diminuzione dello stato infiammatorio, ritenuto da molti la causa scatenante, oltre che di queste malattie anche, dei tumori.
Altro capitolo comprende malattie infiammatorie croniche anche più gravi, con importante componente genetica, come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. Attualmente queste forme – che interessano in Italia almeno 150.000 persone, solitamente giovani e giovani adulti, con un tasso di incidenza in costante aumento – si tengono sotto controllo con un esiguo numero di farmaci con un’efficacia variabile da paziente a paziente, che tuttavia spesso tende ad esaurirsi. Queste malattie sono più frequenti nei paesi occidentali.
L’interleuchina (Il)-33 è molto importante nel trattamento di queste patologie. La molecola favorisce la riparazione delle pareti intestinali danneggiate dalla malattia mediante l’attivazione di altre sostanze ad azione riparativa, i microRna (mRna). Infatti, in via sperimentale su cellule intestinali umane si è visto che Il-33 può guarire la parete intestinale, suggerendo nuove soluzioni terapeutiche. L’importante scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista “Pnas” dell’Accademia americana delle Scienze, è il risultato di uno studio condotto dal team coordinato da Antonio Gasbarrini, direttore Area Gastroenterologia ed Oncologia medica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs – Università Cattolica di Roma, e diretto da Loris Lopetuso della Case Western Reserve University – School of Medicine di Cleveland in collaborazione con il team di Theresa Pizarro presso il Dipartimento di Patologia dello stesso Ateneo.
Dallo studio emerge che Il-33 protegge la parete intestinale i, accelerandone i processi di guarigione tramite produzione di proteine riparative. Secondo Il-33 il Prof. Gasbarrini impedisce il completamento del processo di guarigione mucosale dopo un danno infiammatorio. Invece, la somministrazione terapeutica (esogena) di Il-33 durante la fase di riparazione del danno della parete intestinale è in grado di accelerare notevolmente la formazione di nuovo epitelio (riepitelizzazione) e la guarigione.
Si spera che l’ausilio di nuove terapie e la consapevolezza che una corretta alimentazione sia preziosa per tanti aspetti della nostra salute, possa in futuro migliorare la qualità di vita e la diminuzione di tali malattie.
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